Arrivederci al prossimo pellegrinaggio

Alcuni pensieri inviati alle Missionarie di Harmęże da alcuni partecipanti al “viaggio e spiritualità” 2015 in Polonia:

Debora,  Daniele  e  Mattia

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Ogni pellegrinaggio è sempre un DONO di Dio.
Gesù Buono insieme alla nostra Mamma carissima, non finiscono MAI di stupirci e di ricaricarci per ritornare al quotidiano con nuovo ardore e nuova consapevolezza.
La consapevolezza che possiamo essere, se lo vogliamo, anche noi, per tutti quelli che ci sono accanto, un dono d’amore, come lo è stato san Massimiliano Maria Kolbe.
La sua sofferenza, la sofferenza di tanti nei campi di sterminio, era perché coloro che venivano dopo, potessero essere felici… e “coloro” siamo noi.
Maria Pacilio

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… arrivederci a presto con lo spirito dei pellegrini di Auschwitz.
Czestochowa e Birkenau: il bene ed il male assoluto; non riesco a dimenticare i due luoghi assolutamente diversi tra loro ma opera entrambi dello spirito umano che può scegliere una parte o l’altra nell’assoluta libertà che il Padre celeste ci ha concesso…
Luigi e Simonetta

“Ci credi davvero?”

Galleria

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Testimonianza resa da Edoardo Gniadek tratta dal libro Il Santo di Auschwitz di  Patricia Treece. “Dopo qualche giorno padre Kolbe fu messo nella nostra cella.Indossava l’abito francescano ed era senza barba. La presenza di padre Kolbe, così diverso da noi … Continua a leggere

Pensieri ed emozioni dal viaggio 2015


Alcuni pensieri raccolti dalle Missionarie ad alcuni partecipanti al pellegrinaggio in Polonia 2015:

Mi sono talmente emozionata ieri che non avevo parole… sono rimasta in silenzio fino a sera… non riuscivo a parlare e il mio pensiero correva a san Massimiliano Kolbe …   santo tanto conosciuto, ma anche a santa Benedetta della Croce, a come lei aveva capito che dalla Croce c’è la salvezza… Ho pensato a tutta questa sofferenza e atrocità che abbiamo visto, sentito… cose che non si possono neppure pensare o immaginare, ma che sono avvenute… Non posso non pensare a quanta redenzione, a quanta salvezza perché è sofferenza unita a quella di Cristo…Benedetta aveva capito questo e per questo è andata incontro alla morte. Non ho potuto non pensare agli Auschwitz di oggi, usiamo armi diverse ma sempre armi, il male è ancora tanto, il demonio lavora ancora… ma non vince, è Gesù Cristo che vince…certo è un mistero grande che ci sfugge, che non riusciamo a capire ma da queste grandi sofferenze continua la redenzione del mondo intero.

Suor Erminia

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Avevo visto tanti film
ne avevo sentito parlare tanto di Auschwitz, ma camminare su quelle strade è stato diverso… mi ha colpito l’annientamento dell’uomo e ho pensato che anche oggi a volte applichiamo le stesse regole in alcuni settori nel mondo del lavoro… ma come è possibile?Camminando lì ho avuto come l’impressione di non camminare da solo, ma che accanto a me stessero camminando tante persone, i morti, coloro che hanno vissuto lì… camminavano accanto a me, a noi, per farci vedere quello che avevano vissuto… non so se questo è bello o brutto ma per me è stata una bella esperienza che mi fa dire che non dobbiamo dimenticare, dobbiamo ricordare quello che è successo ad Auschwitz perché può succedere ancora, magari in altri modi ma sempre con l’annientamento dell’uomo. Non mi è facile fare sintesi di ciò che ho sentito, devo ripensare e meditare per far tesoro di quello che ho visto, sentito e vissuto… È mio desiderio che come Milizia si possa fare un passo in più…

Giovanni

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E’ stato un viaggio formativo. Questi sono stati i giorni delle nostre ferie che servono anche a riformarci per poi riportare nelle nostre famiglie e nei luoghi di lavoro un modo diverso di vivere…

Abbiamo un desiderio grande persino per i nostri figli, vorremmo anche per loro un viaggio come questo. Padre Kolbe è stato grande non solo perché ha pregato per gli uccisi, ma addirittura per gli uccisori. Sento che questa è la parte più dura da portare a casa; in questo assomiglia al Signore che è morto per tutti, per i buoni ma anche per quelli che stanno dall’altra parte… ripeto, è la parte più difficile, è un pane molto duro… Spesso faccio arrabbiare mio marito che è diacono, chiedendogli, “ma tu hai pensato per chi ti offri? perché la tua missionarietà è più grande della tua famiglia“… non si può arrivare all’ultimo senza pensarci … ma ho capito che è un offerta che si deve vivere ogni giorno… Il nostro desiderio è quello di poter ritornare…

Luisa

L’Amore non ha misura

L’Amore non ha misura e questo mi sconcerta ancora, anche alla mia età perché il Signore continua a ripetermelo mentre io vorrei conservare la mia indipendenza… anche in questi giorni il Signore me lo ha ripetuto e allora mi sono detto: “Mario, nella tua vecchiaia convinciti, lasciati andare!”.

Sì, questo senza misura mi ha colpito profondamente. Ho letto l’esperienza del padre Kolbe sotto questa espressione, lui ha incarnato l’amore senza 14.08.15 Auschwitz (40)misura ed è stata la cosa più bella che ci ha lasciato. In questo amore senza misura ci sono quelle piccole cose quotidiane della vita comunitaria perché mentre voi conoscete la vita della famiglia il dialogo e il rispetto tra marito e moglie, il dialogo e il rispetto tra genitori e figli, anche per me che vivo in una fraternità ci deve essere quel dialogo, quella stima reciproca per poter creare insieme quella fraternità che il Signore ci chiede. Amore senza misura, che comprende anche il perdono.

Nel campo di concentramento oltre il padre Kolbe, luce che ha illuminato il buio, ci sono state anche altre persone. Auschwitz è stata una visita che avrei interrotto -è stato troppo forte! – bellissimo è stato quando nella cella mi sono inginocchiato davanti a quel cero che testimoniava l’offerta di padre Kolbe. Ma quel gesto ho voluto ripeterlo anche davanti al muro della fucilazione, per riconoscere in tutti quei condannati dei miei fratelli… Sono scene di una tragicità enorme!

Non abbiate paura! credo che questa frase che ha aperto il nostro viaggio, diventerà più carne in me, più esperienza di vita: “Io Signore con te non ho paura!”.

Padre Mario

La gioia in un grazie

Le meditazioni kolbiane vengono inviate mensilmente dalle missionarie della Polonia a chiunque  lo desideri, come parte dell’iniziativa La cella dell’amore.

E-mail spedite alle Missionarie di Harmęże (Polonia):

Le meditazioni mi aiutano ad andare avanti nelle difficoltà del quotidiano e di quanto è importante fidarsi di Gesù e Maria, grazie, grazie di vero cuore.

Morena

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Grazie ancora per le meditazioni e per questo “filo” che, attraverso la preghiera, ci tiene uniti. A presto.

Sonia

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Grazie per queste perle che mensilmente ci inviate. Oltre ad essere un modo per rimanere in contatto con tutte voi è anche un modo per approfondire la spiritualità mariana e sentirci sempre più uniti.

Carlo

 

La vittoria dell’amore sull’odio

Dall’omelia di Padre Raffaele di Muro – 14 agosto 2015 presso il campo di Auschwitz

Ricordando oggi San Massimiliano Kolbe noi celebriamo la vittoria dell’amore sull’odio, sulla barbarie dell’uomo. Eravamo sconvolti, vedevo i vostri volti durante la visita nell’immaginare le sofferenze di tanta gente. Quando si tocca con mano la barbarie lì ad Auschwitz si rimane sconvolti, però si rimane positivamente sconvolti nel pensare a Massimiliano Kolbe e nel pensare al suo dono d’amore, alla vittoria dell’amore.

14.08.15 Auschwitz (39)

La notizia del dono della vita da parte di Massimiliano si espande subito nel campo di Auschtwitz 1 e tanta gente trova il coraggio di vivere perchè capisce che c’è la possibilità che l’amore vinca. Massimiliano ha fatto vincere l’amore.

Massimiliano giunge al campo di Auschtwitz il 28 maggio e viene registrato il 29 maggio 1941, morirà pochi mesi dopo. Che cosa fa nel campo da fine maggio fino al 14 di agosto? Grazie a Dio, alcuni testimoni sopravvivono e ci raccontano quello che faceva nel campo. Ha fatto dei lavori umilissimi, innanzi tutto era tra quanti portava i cadaveri al crematorio e quando vedeva queste povere persone sfilare, quando erano già morte Massimiliano le benediceva, le accompagnava. E un testimone racconta che con lui portava i morti nel crematorio ed era assolutamente scioccato, traumatizzato da questa esperienza e Massimiliano cerca di dare coraggio a questo suo fratello che poi sopravvive e potrà raccontare. Massimiliano dava coraggio a quanti lavoravano con lui, dà coraggio a quanti facevano i lavori più difficili, più dolorosi, più aberranti.

Il segreto di Massimiliano è donare amore, si vuole conformare a Cristo Crocifisso e vuole donare e portare quell’amore che Cristo avrebbe portato nel campo. Quando qualcuno chiede: “Ma dov’era Dio?” Era in Massimiliano Kolbe e trasmetteva amore in lui. Era lì nel campo: Massimiliano portava l’amore di Cristo, l’amore che si diffondeva momento dopo momento, che dava coraggio. La sua testimonianza dura ancora oggi, il suo segreto era proprio questo: Io divento grande nell’amore se questo amore so trasmettere passo dopo passo.

Per le strade di Birkenau

I miei piedi camminano senza direzione, come tanti altri in tempo di guerra. I miei occhi cercano attentamente i segni della presenza di qualcosa di cui un giorno ho sentito parlare e che non ho mai visto… laghetti, piccole case con i loro fiori, immagini di una fede forte e mai saccheggiata. Uccelli in volo, vento che soffia, che spinge verso altri sguardi, al di là dei colori, dei suoni, delle immagini… lontani ma vicini, di una realtà tanto conosciuta ma che ancora necessita di essere approfondita, acquisita, fatta mia. I pensieri vagano dentro, i sentimenti si mescolano con le immagini che si trasformano in fotografie.

Un presupposto per trovare il sentiero che molti uomini e donne, assetati di libertà, hanno percorso con i loro piedi stanchi, maltrattati, umiliati… trasportando corpi umani, morti, senza vita, senza luce, opachi… tanti volti noti e tanti altri irriconoscibili… I miei piedi inseguono le strade verso il campo di concentramento di Birkenau, un luogo immenso, vuoto, che urla un silenzio che risuona e penetra nel più intimo delle mie viscere, nel più profondo del mio essere. Un grido distorto, che ancora non riesco a decifrare completamente, tante voci assieme, tante parole con molteplici significati, gesti di solidarietà ma anche di violenza, di ingiustizia, di morte e anche di vita e di risurrezione.

Toccando quel suolo, continuo ad andare, cercando di registrare tutti gli angoli incontrati e contemplati con la mia visione così limitata delle cose e delle situazioni. I miei occhi si meravigliano per lo spettacolo della natura, che nasce ogni giorno in quella medesima strada percorsa da piedi sconosciuti e allo stesso tempo così familiari. È autunno, gli alberi cominciano a perdere le foglie, quelle mezze rosse si mescolano con la terra calpestata e sofferta della Polonia.

Come tanti altri esseri umani, porto con me la mia storia… e una piccola sacca, con alcuni effetti personali. Anche i prigionieri di Auschwitz II portavano con sé le loro borse, grandi o piccole, riempite di oggetti che potevano essere utili per una nuova vita. Di fatto, essi non sapevano dove stavano andando: il treno corre sulla ferrovia, il fumo si confonde con le nuvole, nell’oscurità dei vagoni manca l’aria… occhi si incontrano riflettendo gli stessi sentimenti: paura, incertezze, angustie… Erano stati ingannati! I miei piedi raggiungono Birkenau, quella terra grigia e silenziosa in cui furono assassinati circa un milione di ebrei, 75 mila polacchi, 21 mila zingari, 15 mila prigionieri di guerra. Tutto ebbe inizio nel 1942.

Lourdes Crespan