
A tutti capita di rimanere al buio: quando salta la corrente in casa o, in senso più metaforico, quando non sappiamo che decisione prendere, e allora ci troviamo nella tristezza per un dolore profondo o facciamo fatica a capire il senso di quanto sta accadendo. L’oscurità, materiale o spirituale, costituisce sempre un disagio notevole nella nostra vita. Il buio è, in fondo, un’esperienza dei primordi: in principio, potremmo dire, c’era il buio e, con il buio, il caos, la mancanza di orientamento e di senso. Per nostra somma fortuna, però, all’inizio c’era invece il Verbo, la Luce! Che sollievo quando torna la luce! Quante volte, in una situazione difficile, abbiamo invocato: «Signore, dammi la luce! Signore illuminami!». Il Signore c’è e, a modo suo, interviene e ci conduce, anche nel buio. Quando leggiamo la Bibbia possiamo sperimentare che «lampada per i miei passi è la Tua Parola e luce sul mio cammino» (Sal 119).
Abbiamo iniziato questo mese di aprile con la Pasqua, la festa della luce per eccellenza! Ci possa guidare sempre la luce del Signore Risorto, per vivere così tutto in un modo nuovo, illuminato dalla Sua Presenza che “fa nuove”, belle, tutte le cose. Nel buio di Auschwitz, in quella cella oscura, nel sotterraneo del blocco 11, Massimiliano Kolbe è stato una luce potentissima. Rileggiamo le parole del prigioniero e testimone Jerzy Bielecki: «Quella fu una scossa che ci ridonò l’ottimismo, che ci restituì le forze; restammo senza parole dinanzi al suo gesto che fu, per noi, una potentissima esplosione di luce, capace di illuminare l’oscura notte del campo». Una luce mai spenta…
Dalla Risurrezione, allora, riceviamo ancora questo annuncio che risuona fin dal principio del Vangelo: «La luce splende nelle tenebre e le tenebre non hanno potuto sopraffarla» (Gv 1,5). Il coraggio di san Massimiliano e di tanti testimoni di carità parte sempre da questa certezza e da questa vittoria. Possa essere così anche per ciascuno di noi!
Le Missionarie di Harmęże, Polonia