Le risonanze di alcuni giovani di Bologna in visita ai Musei di Auschwitz-Birkenau dopo un tempo di riflessione e preparazione in Italia. Un’esperienza che lascia sempre il segno.

Dopo aver dedicato un anno intero a cercare di comprendere i motivi che hanno portato l’uomo ad elaborare una vera e propria macchina di distruzione dell’uomo, il viaggio ai campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau ha coronato la fine di questo percorso. È difficile pensare come, anche al termine di questa esperienza, le domande sul come e sul perché sia potuto succedere tutto questo non abbiano ancora trovato una reale risposta. Nonostante questa frustrazione, l’affetto, la premura e la generosità di tutte le persone che abbiamo incontrato lungo la strada hanno reso questa intensa esperienza un po’ meno faticosa, riempiendo i nostri cuori di sincera gratitudine e di speranza che, anche in tempi bui, sia sempre possibile compiere del bene.
ILARIA
Mentre stavamo camminando dentro il campo di Birkenau, all’improvviso, nel silenzio, abbiamo visto un cervo che correva. È stato qualcosa di bello e inaspettato che contrastava in maniera forte con il luogo in cui ci trovavamo. Ed è proprio così che descriverei il nostro viaggio, come un gioco di contrasti. Le persone che abbiamo incontrato, i luoghi che abbiamo visto, i racconti che ci hanno trasmesso, tutto sottolineava questa lotta tra amore e orrore. E pur restando ben consapevole e sensibile davanti a ciò che è accaduto, ogni persona incontrata è stata come una piccola fiammella di luce e gioia che non mi sarei mai aspettata di trovare. Così, il nostro viaggio è stato questo: ricercare il bene laddove c’è stato tanto male e vedere che resiste, e vedere che è vivo.
LAURA
Le emozioni che ho provato durante la visita ai campi di Auschwitz sono state molteplici. Innanzitutto l’attesa precedente alla visita era molto grande perché finalmente mi sono potuto recare in luogo tanto visto nei libri e in televisione. Appena siamo arrivati, quando davanti ai miei occhi è apparso il campo, ho avuto la sensazione di essere anche io parte della Storia. Durante la visita ai campi, il pensiero che mi ha accompagnato senza mai abbandonarmi neanche per un istante è che ovunque io facessi un passo lì poteva aver trovato la morte ingiustamente una persona, e questo ti porta quasi a voler camminare in punta di piedi per rispetto. Sono stato molto contento di aver visto una notevole affluenza di persone nel visitare i campi, questo significa che un luogo di morte può diventare un luogo di diffusione e di conoscenza.
FABRIZIO
