Un’esperienza unica!

Ho iniziato questo viaggio incredula, accettando la richiesta di mio padre ad andare con lui, ogni 4 mesi circa si reca in Polonia, presso il Centro San Massimiliano Kolbe a fare volontariato. È bastato poco a farmi cambiare idea, a trovami subito a mio agio con le missionarie, gentilissime, mi hanno accolta da subito a braccia aperte. La Casa di spiritualità è un oasi di pace e tranquillità, dove staccare la spina dalla quotidianità, riflettere sulla vita di tutti i giorni e sulla propria persona, oltre a offrire l’aiuto nella casa per diversi servizi.

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La visita ad Auschwitz è toccante e inspiegabile, sono posti che vanno visitati almeno una volta nella vita, per non dimenticare cosa è successo. E come dice la guida: “Orrori che non andrebbero mai più ripetuti, ma che in realtà esistono ancora”.

Non vi sto a raccontare la storia di Auschwitz, ma la mia esperienza.

Un’unica parola: silenzio. Nessuno aveva voglia di commentare niente. Si passa da una stanza all’altra, si guarda. Si osserva. Increduli. Sento le strette allo stomaco. Guardo le foto e vedo i volti di chi non sapeva cosa stava per affrontare. E poi arrivano le lacrime, trattenute. Cammino e guardo sempre in silenzio. E poi ancora una stretta allo stomaco quando entro nelle sale con gli oggetti, i capelli, i vestiti. Ho i brividi. Poi le celle delle torture. Improvvisamente un senso di nausea mi pervade, vorrei uscire ma non lo faccio, resisto e continuo la visita in silenzio. Di fianco a me sempre mio padre che mi domanda come sto, vedendo questa realtà orribile.

Non è un posto che mette allegria, non è il posto adatto per andare in vacanza ma è importante che tutti quelli che hanno la possibilità di viaggiare lo vedano almeno una volta e capire finalmente, che non si tratta di fantasia, non è una storia inventata, è tutto reale! E’ difficile trovare le parole giuste per poter far capire che è stata una cosa orrenda. Sono sicura che ognuno di noi,  dopo aver visitato un qualsiasi campo di concentramento,  non sarà mai più lo stesso perché  quei  posti cambieranno il modo di guardare la nostra fragile vita umana.  Uscire da lì permette a tutti noi di rendersi conto dell’infinita fortuna che abbiamo a vivere, così.

A Birkenau invece si ha in generale una maggiore coscienza del posto in quanto è stato lasciato tutto come era, a differenza di Auschwitz che è stato trasformato in museo qui ci sono ancora le baracche che tante volte abbiamo visto nei film, e qui mi viene in mente il famoso film di Benigni “La vita è bella”. Si, perché la vita è davvero bella! E anche per questo bisogna vedere questo luogo, perché solo cosi impari sul serio che nessun giorno va sprecato… mai!

L’ultimo giorno prima di partire ho voluto visitare la mostra di Marian Kolodziej. Un’esplosione di numeri e facce senza tempo, senza identità, speranza e colore. Il dolore è incontenibile.Parole racchiuse in disegni che fanno male al cuore e stringono lo stomaco. Il prigioniero 432 , deportato con il primo vagone ha dormito in piedi nella cella di punizione, è stato messo a morte e salvato da un amico cui aveva regalato una zuppa, ha vissuto interminabili appelli. Finché sorpreso dalla grazia di Dio, dalla Provvidenza, dal Destino, è stato liberato. E dopo 50 anni, diagnosticatogli un ictus, ha fatto testimonianza di tutto ciò per riacquistare manualità. Questa visita aiuta molto a percepire quale emozione ogni disegno, ogni tratto di matita, vuole raccontare e denunciare e fare testimonianza di un dolore cosi celato a lungo. Lo scenografo ci lascia con un immagine verso la fine della mostra dove c’è lui che ti indica ed è come se ti dicesse: “ E tu che persona scegli di essere?” Poi una scritta: “Non dimenticare, non perché le cose non si ripetono, ma perché Auschwitz continua ancora oggi nel mondo che conosciamo. Solo noi, le nostre scelte, la nostra umanità possono impedire al male di vincere”.

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Cosi riparto in silenzio con il cuore ferito, e tanta consapevolezza di tutto ciò. Porterò sempre con me questa esperienza toccante, la racconterò  alle persone a me vicine e applicherò nella vita di tutti i giorni le piccole cose che ho imparato. Vorrei dire a tutte le persone in questo mondo: mantenete la pace, apprezzate la vita di ogni essere vivente, sia una persona o un animale, non uccidete, non  commettete gli errori del passato.

Solo oggi posso ringraziare mio padre per questo viaggio, perché mi ha dato la possibilità di “vedere”.

Alice – Senigallia – Marzo 2017