“Un rigo nei libri di storia”

“Per fare la pace con tutta la morte che c’era in me ci sono voluti tanti anni, ma sicuramente io sono una donna di pace e in pace.

Sono una delle ultimissime al mondo e con pessimismo e realismo dico che la Shoah sarà trattata in un rigo nei libri di storia, poi non ci sarà più neanche quello.

L’antifascismo? Io ricordo mio zio che la notte sognava ancora di tirare giù suo padre dal treno per Auschwitz, ed ecco, io spero che esista ancora l’antifascismo.

Ai miei nipoti voglio dire di essere liberi e non avere paura”.

Liliana Segre a Che tempo che fa (rai 3)

Per guardare il video: https://www.raiplay.it/video/2022/10/Liliana-Segre—Che-Tempo-Che-Fa-23102022-3a208dc7-3c7e-4e65-856f-e0b0bc3a849b.html

Segre & Ferragni, insieme per dire no all’indifferenza

«Qualche giorno fa la senatrice Liliana Segre mi ha portato alla scoperta di un luogo del quale non conoscevo nulla, il memoriale della Shoah a Milano. Ascoltare dalla voce di Liliana, come dice lei “da nonna a nipote”, la storia di chi è stato perseguitato in questo luogo a pochi passi da casa mi ha fatto soffrire e soprattutto riflettere. Ho capito quanto le persecuzioni che spesso pensiamo siano lontane da noi nel tempo e nella geografia, si siano invece consumate sotto casa nostra, sotto gli occhi indifferenti di molti nostri concittadini. In questo luogo ho imparato quanto restare indifferenti all’odio e alla violenza, sia a suo modo un gesto ulteriore di violenza e odio. Oggi voglio condividere questa mia esperienza invitando tutti a visitare il @MemorialeDellaShoah a Milano (in Stazione Centrale) per vedere, pensare, agire. Grazie a Liliana che da donna a donna mi ha dato una lezione di vita, di umanità e di attivismo. Diciamo no all’indifferenza».

Chiara Ferragni (da instagram)

Milano, giugno 2022

SALVI PER CASO

Davanti ad una scelta, solo un attimo per decidersi, in gioco la vita e la morte. E rendersi conto di non voler continuare ad essere, ancora, prigionieri della vendetta e dell’odio, di voler essere veramente e per sempre liberi.

Liliana Segre ha descritto più volte la cosiddetta “marcia della morte”, durante la quale i prigionieri furono costretti a seguire i nazisti in fuga. Fino a quando questi ultimi si tolsero la divisa per nascondersi tra la popolazione civile. Una SS gettò a terra la sua pistola. La donna pensò: “Prendo l’arma e la uccido”. Poi si bloccò. “No, non la prendo”. E in quel momento, dice la Segre, “ha vinto la vita”.

https://www.corriere.it/cultura/salvi-per-caso/

Ma io non odio

L’odio trova spazio anche sul web, purtroppo. La nostra solidarietà alla senatrice e testimone della Shoah Liliana Segre, colpita ogni giorno da attacchi antisemiti sui social. Con i suoi messaggi ci invita a non dimenticare, per non ripetere gli errori del passato.

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“La speranza in una nonna c’è sempre, ma la realtà qualche volta si abbatte sopra la speranza con una bastonata tremenda. Io di bastonate ne ho prese tante e sono ancora qui… Ogni minuto va goduto e sofferto bisogna studiare, vedere le cose belle che abbiamo intorno, combattere quelle brutte, ma perdere tempo a scrivere a un 90enne per augurarle la morte… Tanto c’è già la natura che ci pensa”.

(da un’intervista su repubblica.it – foto da Avvenire)

Liliana Segre: la memoria contro l’indifferenza

“Coltivare la Memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare”. Le prime parole di Liliana Segre, nominata oggi senatrice a vita. Uno stralcio di una sua testimonianza.

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…Come si fa a vivere in queste condizioni? Sopportare tutto questo? Perché l’uomo è fortissimo e questo io l’ho sperimentato. Io ero una ragazzina di 13 anni, non avevo nessuna particolarità, semmai ero una ragazzina viziata, cresciuta in una famiglia che aveva fatto in modo di preservarmi da tutti i problemi della vita; la forza che c’è in ognuno di noi è grandissima, ed è di questa che noi dobbiamo far tesoro. Tutti i ragazzi devono credere in questa forza, perché se loro crederanno di avere questa grandissima forza psichica più che fisica, allora non diranno male di nessuno, della famiglia, della scuola, della società se non riescono a fare qualcosa. Ognuno di noi è un mondo e se si impegna può assolutamente fare della sua vita o un capolavoro o anche una piccola vita normale che se sarà onesta e per bene sarà comunque un capolavoro.

Noi abbiamo scelto la vita: certamente chi ha scelto la vita e soprattutto di non farsi abbattere da queste disgrazie terribili, è stato aiutato a mantenersi con la mente sveglia, perché da quel momento e per mesi il corpo è diventato scheletro, per mesi abbiamo visto morire le nostre compagne, per mesi abbiamo visto calare le nostre forze, abbiamo visto i nostri assassini torturare, fare esperimenti e trattare con un’inumanità che non credevamo possibile al mondo. Abbiamo scelto la vita….

Quando arrivai a Milano, la mia casa era chiusa. Spero che almeno uno di quelli che hanno ascoltato oggi questi ricordi di vita vissuta li imprima nella sua memoria e li trasmetta agli altri, perché quando nessuna delle nostre voci si alzerà a dire «io mi ricordo», ci sia qualcuno che abbia raccolto questo messaggio di vita e faccia sì che 6 milioni di persone non siano morte invano per la sola colpa di essere nate, se no tutto questo potrà avvenire nuovamente, in altre forme, con altri nomi, in altri luoghi, per altri motivi. Ma se ogni tanto qualcuno sarà candela accesa e viva della memoria, la speranza del bene e della pace sarà più forte del fanatismo e dell’odio dei nostri assassini.

Da: www.unive.it