Sui passi della memoria

Si è concluso da poco il pellegrinaggio di un gruppo di giovani sacerdoti di Treviso accompagnati dal loro vescovo Mons. Michele Tomasi. Una bella e forte esperienza nei luoghi della Memoria, i Campi di Auschwitz e Birkenau, e nelle città di Wadowice (città natale di Giovanni Paolo II) e Cracovia, accompagnati e guidati dalle missionarie del Centro San Massimiliano Kolbe di Harmęże. Ora tornano nelle loro comunità con il proposito di condividere e comunicare immagini, suoni, parole, silenzi, riflessioni nate in queste ricche giornate polacche, per far conoscere la testimonianza sempre attuale di padre Kolbe.

E l’invito e le porte del Centro rimangono aperte per chi volesse “ricordare per non dimenticare”, per ripetere, per gridare con papa Francesco “Mai più la guerra!”.

Birkenau
Wadowice

Un segno inaspettato

Buona festa della Assunta. Nonostante le  prescrizioni imposte dalle leggi anti Covid qui in Polonia che non permettono di scendere nel corridoio della cella ieri, 14 agosto, c’è stato concesso il dono di andare per ben due volte. Dapprima, al mattino, solo in due, con la delegazione ufficiale dei vescovi e dei frati più tardi.

Nel  pomeriggio  poi siamo  tornate  anche con la comunità e con una volontaria. In  quel momento ci ha visto una guardia del Campo di Auschwitz, forse ci ha riconosciuto che eravamo le missionarie di Harmeze e senza  nessuna  richiesta  da  parte nostra ci ha condotto nel corridoio del bunker suscitando un po’ l’invidia di coloro ai quali non era stato permesso. La guardia si è fermata con noi il  tempo della nostra preghiera a san Massimiliano. Poi siamo risalite e andate  davanti al muro della fucilazione per continuare le nostra preghiera per tutte le vittime dell’odio di ogni tempo e per le intenzioni che c’erano state affidate anche attraverso i messaggi che ci giungono via mail. Alla fine la guardia ci ha accompagnate all’uscita. Lo abbiamo vissuto come un dono particolare, non previsto, forse neppure sperato, un segno del padre Kolbe che nel giorno della sua festa ci ha mandato un “angelo custode”.

Anna Matera, missionaria ad Harmeze

http://www.kolbemission.org/cella-amore

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Tenebre e luce

La Polonia: terra benedetta ma anche molto provata. Un pellegrinaggio ricco di doni per chi sa fare tesoro di tutto quello che ha visto, sentito, immaginato. Rientrata nella quotidianità di ogni giorno sento forte il desiderio di scrivere quanto ho ricevuto da questo viaggio.

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Un pellegrinaggio è un’esperienza di gruppo, è fatto di tante persone tutte con un loro percorso, sensibilità diverse, occhi e cuori diversi, ma credo che tutti siamo ritornati alle nostre case con un profondo senso di gratitudine. Gratitudine a Dio che sempre opera meraviglie: proprio là dove le tenebre sono più fitte, più chiara e luminosa risplende la Luce. Non ho fatto molti pellegrinaggi nella mia vita, ma sempre sono stati per me fonte di crescita spirituale e umana, non solo per i  luoghi visitati, per la preghiera, per le parole ascoltate, ma soprattutto per la ricchezza delle testimonianze.

Mi sento di poter dire che visitare la Polonia è un po’ come andare nei luoghi della Terra Santa. Dopo aver calpestato la terra di Gesù si comprendono molto meglio le Sue parole; così è anche per la terra di Polonia, si comprendono meglio tante vicende della nostra recente storia umana attraverso le figure di Massimiliano Kolbe, papa Wojtyla e i tanti martiri che hanno offerto la vita e le loro sofferenze in nome della libertà, della fede, per l’umanità intera.

Prima della partenza avevo nel cuore sentimenti contrastanti: da una parte sentivo il desiderio di visitare quei luoghi di sofferenza come Auschwitz e Birkenau ma avevo anche timore perché non sapevo come la mia sensibilità avrebbe sopportato tanto dolore e ingiustizia. Come la maggior parte di noi, credo, mi sono sempre posta la domanda: perché Dio ha potuto permettere tutto ciò?

Ora, di ritorno da quei luoghi, sento in me una profonda gratitudine e riconoscenza per i tanti martiri che in quel luogo maledetto hanno saputo risplendere come lampade nella notte, hanno offerto a Dio la sofferenza e spesso anche la loro vita. Sono convinta che, se il seme dell’odio e della violenza seminato in Europa dall’ideologia nazista è stato sconfitto e se noi godiamo dell’attuale libertà, questo è grazie al prezzo che tante anime sante hanno pagato con il loro sacrificio. Ci sono martiri che con il dono della loro vita hanno fatto in modo che noi potessimo vivere in libertà la nostra fede. Il sentimento che più di ogni cosa porterò nel cuore è questa profonda gratitudine per tutto il popolo polacco, per i suoi martiri e per l’esempio di vita cristiana che hanno e continuano oggi a testimoniare.

Aurora – Verona

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Foto di Antonella Castelli

dal pellegrinaggio in Polonia di un gruppo di Verona – 15-21 settembre 2019: “Noi pellegrini in terra polacca… per non dimenticare l’amore”. http://www.kolbemission.org/cella-amore

Quel vuoto che parla

Un viaggio spirituale quello che una trentina di parrocchiani di Mariano (Go) e di Visco (Ud) hanno intrapreso in un giugno assolato e caldo nella terra che ha dato i natali a Papa Giovanni Paolo II: la Polonia.

…La visita ad Auschwitz Birkenau inizia al mattino, arriviamo al campo percorrendo la strada che corre parallela ai binari, ora dismessi, sui quali transitavano i vagoni carichi di deportati. Visitiamo i blocchi dove vivevano i prigionieri e la guida ci illustra con parole e immagini quanto è avvenuto in quei terribili anni in quei luoghi. Ci spiega che c’è Auschwitz 1 e Auschwitz 2 (Birkenau) e quando ci spostiamo a Birkenau, a circa 3 chilometri di distanza, ci troviamo davanti uno spazio immenso, ora quasi vuoto, dove sono rimaste solo poche baracche ed in lontananza si intravedono i resti dei forni crematori, infatti prima della ritirata buona parte del campo è stato distrutto dai tedeschi in fuga, rimane il filo spinato ed una sensazione di sgomento che ti assale davanti a quel vuoto che parla… Ripensiamo a Padre Kolbe, a Edith Stein (ebrea convertita al cattolicesimo ed ora Santa Patrona d’Europa) ed a tutti gli uomini, le donne e i bambini che in quel luogo sono morti…

…Santi vicini a noi, santi protagonisti attivi dei loro tempi, tempi tragici, tempi di grandi cambiamenti. Abbiamo visitato un paese, la Polonia, dove abbiamo toccato con mano una fede partecipata e sentita, visto atti che rispecchiano una fede profonda e ci siamo portati a casa il desiderio di continuare spiritualmente quanto il pellegrinaggio ci ha lasciato nel cuore.

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(Dal settimanale Voce Isontina del 29/6/19)

Pellegrinaggi in Polonia

Per chi desidera incontrare Massimiliano Kolbe, Giovanni Paolo II, Faustina Kowalska e Edith Stein nella terra dove hanno vissuto e dato la vita. Ne vale la pena!

“Non so bene che cosa mi aspettavo prima della partenza per questo viaggio in terra polacca. Sapevo che non sarebbe stato un semplice girovagare fra paesaggi naturali e siti religiosi, ma non immaginavo nemmeno che avrei portato a casa uno scrigno di emozioni così forti e coinvolgenti…” (Lucia Riva VR settembre 2018)

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viaggio in Polonia VR

Guarda le foto degli anni passati:

http://www.kolbemission.org/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/381

http://www.kolbemission.org/cella-amore

Il viaggio del saio

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Il 10 dicembre scorso una delegazione di frati cappuccini italiani è entrata nel campo di concentramento di Auschwitz con l’abito che Padre Pio indossava il 20 settembre 1918, quando ricevette il dono delle stimmate permanenti. L’iniziativa è stata organizzata dal Servizio di animazione giovanile e vocazionale dei frati della provincia di Sant’Angelo e Padre Pio.

Il saio è stato poggiato dinanzi sulla parete esterna della cella in cui, il 14 agosto 1941, è morto il martire polacco san Massimiliano Kolbe. Qui c’è stato un primo momento di intensa e commossa preghiera. Quindi l’abito, reso ingombrante dalla teca di plexiglas che lo custodisce, è stato riposto nel furgone con cui è stato trasportato in Polonia, mentre la delegazione giunta da San Giovanni Rotondo si è recata all’interno della cella in cui è stato ucciso Kolbe, portando solo un reliquiario contenente una pezzuola con cui Padre Pio tamponava la doppia ferita del costato. Anche qui c’è stato un breve ma intenso momento di preghiera.

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La peregrinatio del saio ha toccato altre significative località polacche (tra le quali Varsavia, Poznań, Częstochowa,per poi ritornare in Puglia).

 

dal sito: https://www.teleradiopadrepio.it

Nunca olvidare’

Agosto 2018:  Pellegrinaggio di un gruppo argentino nei luoghi di san Massimiliano Kolbe 

– Porterò sempre nel mio cuore e nella mia mente i momenti vissuti in questi giorni di pellegrinaggio, condivisi con il gruppo. L’emozione profonda provata nel conoscere il luogo di sofferenza e offerta di padre Kolbe, ad Auschwitz, qualcosa che a parole non si può esprimere…

– Conoscevo brevemente la vita di san Massimiliano, però no il dolore che aveva sperimentato, la sua fede e il dono di se stesso, mentre aiutava tutte le persone senza distinzione di razza e religione. Mi ha impressionato tanto. Tutti noi conosciamo la sofferenza però andare e vedere un luogo così è molto diverso…

– Ringrazio Dio per aver conosciuto in questo viaggio i passi di Kolbe. Ci si sente così piccoli di fronte a questi eventi. Abbiamo pregato la Via Crucis nei campi di concentramento dove c’è stato tanto dolore, dove Massimiliano ha offerto la sua vita per un padre di famiglia. Quanto fortezza spirituale doveva avere. E’ stato per me un viaggio indimenticabile, fatto insieme, diventa un impegno a crescere nella fede….

– Ritorno in Argentina con il cuore pieno di gratitudine. Ho conosciuto finalmente i luoghi dove ha vissuto padre Kolbe, dove ha camminato, lavorato, sofferto e dove è morto. Com’è importante il messaggio che ci ha lasciato, adesso lo sento più vicino. Ritornerò a leggere la sua storia, cercherò di imitare il suo esempio…

Gracias a todos por este don.

 

Risonanze

La testimonianza di Antonella – aspirante Volontaria dell’Immacolata Padre Kolbe – al termine del suo percorso vocazionale e di alcuni pellegrini.

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“Ho deciso di prepararmi alla aggregazione regalandomi un pellegrinaggio in Polonia. Il primo approccio e’ stata la gioia, la gioia di essere in famiglia con le missionarie e sentire profondamente in loro il senso di amore verso il pellegrino e la sua accoglienza. E poi che dire di Auschwitz?

Mi vengono in mente solo le parole di san Massimiliano Kolbe: “Solo l’amore crea” perché qui veramente le ho capite…”. Antonella

Se vuoi puoi conoscere chi sono i Volontari dell’Immacolata Padre Kolbe.

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Ricordando questo giorno particolare per la MEMORIA, dobbiamo unirci in preghiera ancora di più. Ho visto il video, le testimonianze, e devo dire che sento tanta nostalgia di quei giorni passati insieme in Polonia. Se certe cose non vogliamo che accadano più,dobbiamo solo ricordare. Rossella

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Con il cuore e la mente sono in Polonia nei luoghi visitati con infinita tristezza: il Papa parla di misericordia, ma per chi ha subito non è umanamente facile: solo Dio può aiutare. Milena