Letture consigliate

KOLBE E IL COMANDANTE
Due uomini, due mondi
Ladislao Kluz

Questa biografia parallela di Massimiliano Kolbe e di Rudolf Höss, originale nella sua struttura oltre che accuratamente documentata nel suo contenuto, insieme ad un’avvincente lettura, offre l’occasione di mettersi a confronto con il “mondo” che ciascuno di loro ha abbracciato e incarnato, ma soprattutto di lasciarsi raggiungere dalla provocazione a scegliere con determinazione il «mondo» al quale appartenere e gli ideali sui quali costruire la propria esistenza terrena e il proprio futuro eterno.

MASSIMILIANO KOLBE
Il santo di Auschwitz
Patricia Treece

Scritta sulla base delle testimonianze di coloro che hanno conosciuto direttamente san Massimiliano Kolbe, che hanno vissuto e collaborato con lui, questa singolare biografia ne fa emergere un ritratto “a tutto tondo”, curioso a volte, avvincente sempre nel suo rincorrersi incalzante di ricordi più o meno tratteggiati, approfonditi, puntuali, ammirati. Soprattutto, un ritratto vero e vivo. Quello che si incontra in queste pagine è un santo capace di parlare a questo mondo dalle mille esigenze e di ripetere ancora il messaggio della pace, riassunto nelle sue intramontabili parole: “Solo l’amore crea!”.

SAN MASSIMILIANO MARIA KOLBE
La missione e il martirio
Claude R. Foster

Un’ampia biografia, frutto dell’accurato lavoro di ricerca di uno storico di professione, che ha il pregio di collocare la vicenda di san Massimiliano nel contesto culturale e storico in cui è vissuto, quello del XX secolo. Il professor Claude Foster, infatti, consente al lettore di “incontrare” il Santo e scoprire dimensioni inedite della sua personalità e della sua missione, costruendo e utilizzando dialoghi, ma sempre attingendo a fonti primarie: corrispondenza, discorsi e testimonianze, mai prima raccolte e pubblicate, di confratelli e altre persone che hanno conosciuto san Massimiliano, e vissuto con lui nella quotidianità. Un testo che esperti kolbiani non esitano a considerare una “fonte” cui attingere a piene mani e un invito a lasciarsi coinvolgere dall’eredità di questo Testimone del nostro tempo.

MORIRE PER SALVARE LA VITA
La testimonianza di San Massimiliano Maria Kolbe
Edoardo Scognamiglio

Un agile opuscolo che propone un approccio quanto mai attuale alla figura di san Massimiliano Kolbe. Un percorso che parte dalle domande che l’uomo contemporaneo si porta nel cuore, prima fra tutte quella sul senso del vivere e del morire, per approdare alla estrema consapevolezza che solo l’amore ci rende persona, esseri umani, viventi, liberi, gioiosi, felici. Solo l’amore è credibile e ci rende credibili dinanzi al mondo.

CON LA CROCE SUL CUORE
Edith Stein
Maria Di Lorenzo

Santa Teresa Benedetta della Croce, al secolo Edith Stein, una figura amatissima da san Giovanni Paolo II fin da quando egli era vescovo ausiliare di Cracovia e docente di filosofia all’Università di Lublino, poi da lui stesso, divenuto pontefice, elevata alla gloria degli altari l’11 ottobre 1998. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, la vicenda di santa Teresa Benedetta della Croce, carmelitana scalza morta nel lager di Auschwitz il 9 agosto 1942, era balzata all’attenzione della comunità internazionale, rivelando la sua grande statura, non solo filosofica ma anche religiosa, e il suo originale cammino di santità: era stata una filosofa della scuola fenomenologica di Husserl, una femminista ante litteram, teologa e mistica, autrice di opere di profonda spiritualità, ebrea e agnostica, monaca e martire.

 

IL VIOLINISTA DI SCHINDLER
Storia di un’amiciziail violinista

Angela Krumpen

Il libro racconta una storia vera, ambientata ai nostri giorni,
cioè quella dell’amicizia tra Judith, una ragazzina tedesca di undici anni con una grande passione per il violino, e l’ex violinista Michael Emge. Questi, che è stato a suo tempo un bambino prodigio, dovette abbandonare il suo violino in un campo di concentramento, dove era stato deportato con la famiglia. Lo salvò dalla morte la famosa “lista di Schindler”. Judith, grazie al suo violino e all’amicizia con Emge, comincia a esplorare questo lato oscuro della storia tedesca: insieme a lui si reca ad Auschwitz. L’anziano viene sopraffatto dai ricordi, comincia a piangere amaramente. La ragazza rimane al suo fianco, spaventata, ma anche attenta, partecipe: “Voglio sapere di che cosa si tratta. Per poter suonare devo capire!”.

 

IL DIFENSORE DEI DEBOLI
La straordinaria storia d’amore del Venerabile Teresio Olivelli (1916-1945)
Renzo Agasso – Domenico Jr. Agasso9788821597343g_71971

Una biografia dalla lettura agevole, che ripercorre in maniera esaustiva e suggestiva la breve ma articolata avventura umana e spirituale di uno straordinario testimone del laicato cattolico italiano della prima metà del secolo scorso: Teresio Olivelli. «Iscritto all’Azione Cattolica e alla Fuci, non volle separare la sua fede dalla vita pubblica, per questo non esitò ad inserirsi dentro tutte le realtà umane, anche nel fascismo e nella resistenza, per essere testimone di un agire evangelicamente fecondo e portare il suo contributo di credente nella costruzione della città dell’uomo. Nel corso della sua vita di studente, docente, alpino, resistente e deportato, visse i momenti difficili e dolorosi guidato dall’amore assoluto per Dio; per questo non esitò a condividere la sofferenza e la disperazione altrui nei campi di concentramento nazifascisti, fino all’olocausto di sé, in nome della carità e delle virtù cristiane» (dalla Prefazione di Maurizio Gervasoni, Vescovo di Vigevano).

LA ROSA BIANCA
La resistenza al nazismo in nome della libertàrosabianca
Paolo Ghezzi

Il volume ci ricorda la storia del gruppo antinazista denominato La Rosa Bianca, le cui vicende culminarono cinquant’anni fa con l’uccisione dei suoi componenti, un gruppo di universitari tedeschi che si erano opposti al regime in nome della libertà.

 

 

CAPUOZZO, ACCONTENTA QUESTO RAGAZZO
La vita di Giovanni PalatucciCiTx4yYEkO5j
Angelo Picariello

La storia di Giovanni Palatucci, il questore reggente di Fiume che negli anni dal 1938 al 1944 salvò moltissimi ebrei dalla deportazione. Arrestato, morì a Dachau poco prima della liberazione. Al personaggio è stata dedicata la fiction televisiva Senza confini, interpretata da Sebastiano Somma e Chiara Caselli. Il Capuozzo a cui si allude nel titolo è il padre del noto inviato Toni Capuozzo che fu collaboratore di Palatucci a Fiume e testimone del toccante episodio raccontato brevemente qui sopra e che dà il titolo al libro. La Prima Conferenza Mondiale Ebraica tenuta a Londra nel ’45 stabilì che il questore di Fiume aveva salvato la vita a più di cinquemila ebrei. Oggi è “Giusto tra le nazioni” ed è in corso la causa di beatificazione. Angelo Picariello è nato ad Avellino. È giornalista ad Avvenire.

MAFALDA DI SAVOIA
Dalla reggia al lager di Buchenwald
Cristina SiccardiOlzfwy8CjBGH

Dopo un’accurata indagine storica, Cristina Siccardi propone la biografia di Mafalda di Savoia per farne conoscere più a fondo la vicenda: secondogenita di Vittorio Emanuele III ed Elena, morì nel campo di concentramento di Buchenwald nel 1944.In questo volume emergono non solo i momenti tragici, ma anche la personalità di una donna colta e intelligente, briosa e mite insieme; leggendo queste pagine si respira l’atmosfera socio-politica e culturale della prima metà del Novecento.

 

STORIA DI VERA
Gabriele Climac6u3wdraijji_s4

Vera non riesce a capire perché è rinchiusa insieme alla sorella Teresa e alla mamma Shara in un enorme campo circondato da reti e pieno di soldati. Quando Teresa si ammala, Vera prova a chiedere aiuto ai militari, ma ottiene solo di essere presa in giro. Alla morte della sorellina, Vera inizia a sognare – ogni notte – di donare un pezzettino del suo grande cuore a quegli uomini che ne sono privi… e un giorno, al risveglio, i nazisti non ci sono più.

CRISTO O HITLER?
Vita del Beato Franz Jäegerstäetter
Cesare G. Zucconi9788821563263g_110_200_0

Franz Jägerstätter nasce il 20 maggio 1907 in un paesino austriaco. Rifiutò ogni collaborazione con il nazionalsocialismo dopo l’annessione del suo Paese alla Germania (1938) divenendo di fatto uno dei pochissimi testimoni che in terra tedesca, abbia osato opporsi al regime hitleriano. Chiamato alle armi nel 1943, in pieno conflitto mondiale, dichiarò che come cristiano non poteva servire l’ideologia hitleriana e combattere una guerra ingiusta.
Non è senza significato che il suo parroco Josef Karobath, dopo la discussione decisiva nel 1943, pochi giorni prima della chiamata all’arruolamento, abbia scritto: Mi ha lasciato ammutolito, perché aveva le argomentazioni migliori. Lo volevamo far desistere ma ci ha sempre sconfitti citando le Scritture. Franz viene ghigliottinato a Brandeburgo (Berlino, nello stesso carcere si trovava anche Bonhoeffer) il 9 agosto 1943.
Il 26 ottobre 2007 viene proclamato Beato. Nel 1997 venne iniziata la causa di beatificazione su base diocesana. Il 1º giugno 2007 Papa Benedetto XVI ha autorizzato la pubblicazione del decreto che riconosce il suo martirio, aprendo così le porte alla sua beatificazione. Questo libro è la sua storia.
Cesare G. Zucconi fa parte della Comunità di Sant’Egidio.

UN VESCOVO CONTRO HITLERvon-galen
Von Galen, Pio XII e la resistenza al nazismo
Stefania Falasca

Clemens August von Galen, da poco proclamato beato, è una figura simbolo della resistenza tedesca ad Hitler. Sfidò a viso aperto le violazioni dei diritti, i crimini e la barbarie del nazismo. Nelle sue famose prediche, che gli valsero l’appellativo di Leone di Münster, smascherò e denunciò con forza il progetto per l’eliminazione delle «vite senza valore». Questo libro presenta per la prima volta l’epistolario tra il vescovo di Münster e Pio XII. Una corrispondenza inedita che rivela il comune intento contro la follia nazista. Un nuovo fondamentale tassello per inquadrare due figure decisive della storia del cristianesimo e dell’Europa.
Stefania Falasca (Roma 1963), giornalista, è dal 1988 redattrice del mensile internazionale 30Giorni. Autrice di reportage e saggi sulla vita della Chiesa, ha curato tematiche storiche e numerosi approfondimenti monografici su figure di rilievo della storia del cristianesimo. Tra le ultime pubblicazioni ricordiamo il volume Mio fratello Albino. Ricordi e memorie della sorella di papa Luciani (ed. 30Giorni).

HANNA NON CHIUDE MAI GLI OCCHIpage_1
Luigi Ballerini

Salonicco 1943. Le SS sono giunte nella città occupata dall’esercito tedesco con lo scopo di annientare la grande e ricca comunità ebraica che vi abita da secoli, deportando tutti i suoi membri e impadronendosi dei loro beni. Mentre le partenze dei treni verso i campi di concentramento della Polonia si susseguono senza interruzione, nella città devastata dalla follia nazista due storie destinate a incrociarsi scorrono parallele: la storia di Hanna e Yosef, due quindicenni ebrei rinchiusi nel ghetto di Kalamaria, testimoni del crescere delle violenze e alla ricerca di una possibile via di salvezza e la storia del console italiano Guelfo Zamboni e del capitano Lucillo Merci, suo assistente, che in una frenetica corsa contro il tempo si adoperano per salvare quante più vite possibili. Se per Hanna l’incontro con Yosef sarà la scoperta di un amore sorprendente che neppure le circostanze più cupe potranno cancellare, per il console Zamboni e il capitano Merci quei drammatici mesi saranno invece l’occasione per riaffermare il primato della coscienza sul rispetto delle leggi: «Avremmo potuto non farlo? Avremmo davvero potuto non aiutare quelle persone?». Un romanzo appassionante tratto da una storia vera che porta con sé un messaggio di coraggio e di speranza.

E HO PAURA DEI MIEI SOGNIdjfmhcfurpam_s4
I miei giorni nel lager di Ravensbrük
Wanda Półtawska

«Terminai il mio scritto, lo chiusi in un cassetto… e per la prima volta dal mio ritorno, dormii veramente, senza sogni». Le notti tormentate di Wanda Póltawska – prigioniera nel lager di Ravensbrück – rivivono in queste pagine, per dare voce alla memoria e alla possibilità di salvezza se accompagnati dalla fede in Dio. Deportata nel 1941 nel campo di concentramento di Ravensbrück, l’autrice è stata sottoposta a esperimenti chirurgici dai medici nazisti. Ha cominciato a scrivere questo libro di memorie sulla sua tragica esperienza subito dopo il ritorno a casa, nel 1945. Le memorie di una donna che, nonostante tutto, non ha perduto la convinzione che l’uomo è immagine di Dio, ma deve lavorare per essere tale.

TESTIMONI DI CRISTO51o9IQj1JUL._SS550_ (2)
I martiri tedeschi sotto il nazismo
Helmut Moll

Non tutti i tedeschi furono delle SS o dei persecutori durante la dittatura nazista. Numerosi furono i cristiani, sacerdoti e laici, che in nome della loro fede avversarono gli ideali nazionalsocialisti. Come gli ebrei ed altre vittime della dittatura, essi pagarono con la vita la loro fedeltà alla democrazia e alla libertà.
Su incarico della Conferenza Episcopale Tedesca, nel desiderio di mantenere viva la memoria di questi oppositori al regime che per i cristiani sono anche dei martiri, monsignor Helmut Moll ha raccolto, diocesi per diocesi, delle schede biografiche dei principali testimoni cristiani messi a morte dai nazisti. Ne emerge il ritratto nuovo di una Chiesa cattolica che, a sua volta, pagò un pesante tributo al regime hitleriano.
Il volume raccoglie foto di Gottfried Köngzen, Raymund Biedenbach, Theodor Helten, Otto Müller, Randolph Freiherr von Breidbach-Bürresheim, Joseph Roth, Heinrich Ruster, Elvira Sanders-Platz, Siegfried Fürst, Hermann Joseph Wehrle, Kurt Huber, Walter Klingenbeck, Friedrich Ritter von Lama, Ludwig Freiherr von Leonrod, Christoph Probst, Max Ulrich Graf von Drechsel, Gerhard Hirschfelder, Wolfgang (Fritz) Rosenbaum, Friedrich Lorenz, Mirjam (Elisabeth) Michaelis.

LA BAMBINA DEL TRENO9788831538503
Lorenza Farina

Lungo la strada gli occhi della bambina si incontrano con quelli di un bambino che dal ciglio della strada guarda incuriosito i treni sfrecciare. I due si salutano con la mano e il racconto della storia passa a quest’ultimo, che chiede a sua madre il perché di quel viaggio. Due bambini, due madri, due punti di vista. È difficile trovare le parole adatte per spiegare l’olocausto ai giovanissimi. È difficile pure trovare le immagini adeguate. Questo libro, per l’eleganza delle immagini e il candore del linguaggio, è riuscito perfettamente nell’intento.

I GIUSTI DI BUDAPEST
Il ruolo dei diplomatici vaticani nella Shoah
Matteo Luigi Napolitano95a138_giustibudapest

Durante la seconda guerra mondiale due diplomatici della Santa Sede, monsignor Angelo Rotta, nunzio apostolico a Budapest, e monsignor Gennaro Verolino, uditore nella stessa Nunziatura, salvarono molti ebrei ungheresi destinati ai lager utilizzando le armi della diplomazia e gli inganni della giustizia. Se di Rotta si è già scritto, specialmente grazie ai documenti diplomatici vaticani, la messa a disposizione dell’intero archivio di Verolino da parte della famiglia apre oggi nuovi orizzonti e svela i retroscena di ciò che si fece a Budapest durante la Shoah. Sono documenti freschi e immediati che, raccordati con quelli vaticani e con altre carte, consentono di ipotizzare l’esistenza di una vera e propria rete diplomatica attiva per difendere gli ebrei dalla follia nazista e fascista, rete in cui i rappresentanti del Vaticano furono in prima linea. Verso questi uomini ? Giusti tra le nazioni ? l’umanità ha un debito di riconoscenza impossibile da saldare. La storia di un piccolo gruppo di uomini coraggiosi, che per salvare gli ebrei dai lager, decise di opporsi alla follia nazista e fascista.

IL TERZO REICH CONTRO PIO XII
Papa Pacelli nei documenti nazisti
Pierluigi Guiducci2605818

Pio XII amico di Hitler e dei nazisti, come lasciava intendere una pubblicazione di qualche anno fa? Pier Luigi Guiducci ha interrogato al riguardo i documenti del Terzo Reich, molti dei quali si trovavano in precedenza in Unione Sovietica e nella Germania Orientale. Dalla ricerca risulta esattamente il contrario: i gerarchi nazisti, specie nei messaggi coperti da segreto, espressero valutazioni ostili e denigratorie nei confronti di Pacelli fin dagli anni precedenti la sua elezione. Divenuto Papa, egli continuò a tenere aperti i canali diplomatici per non privarsi della possibilità di intervenire a favore dei diritti umanitari. Non esitò, tuttavia, a opporsi alla violenza del Terzo Reich e a sostenere quanti si battevano a favore dei perseguitati.

NOME IN CODICE: «JOLANTA»
L’incredibile storia di Irena Sendler, la donna che salvò 2500 bambini dall’Olocausto
Anna MieszkowskarVl65fiF0CYF

Irena Sendler (1910-2008) partecipò alla resistenza polacca durante la seconda guerra mondiale. Attivista del movimento clandestino Zegota, era assistente sociale di professione. Come tale aveva accesso al ghetto di Varsavia, dal quale riuscì a salvare circa 2500 bambini. Numerosi i sotterfugi utilizzati: fughe con il tram, le ambulanze, attraverso cunicoli sotterranei, persino passando per il palazzo di giustizia o le fognature. Posti in salvo i bambini, Irena forniva loro documenti falsi e si occupava di trovare un alloggio presso famiglie cristiane, conventi e orfanotrofi. Nel 1943 fu arrestata dalla Gestapo, che però non si rese conto dell’importanza della persona che aveva in mano: sottoposta a tortura, non rivelò l’esistenza della Zegota e non tradì i suoi compagni. Condannata alla fucilazione, riuscì a fuggire grazie all’aiuto della resistenza polacca. Il 15 dicembre 1965 Irena Sendler fu riconosciuta dallo Yad Vashem Giusta tra le Nazioni. La sua vicenda venne riscoperta nel 1999 da quattro ragazze della cittadina americana di Uniontown, nel Kansas, le quali allestirono uno spettacolo teatrale, La vita in un barattolo, che portò alla ribalta internazionale la sua storia

L’ALBERO DEI GIUSTI
Storie di ebrei sottratti all’Olocausto
Peter HellmanAlbero giusti

Non solo Schindler cercò di salvare degli Ebrei dall’Olocausto. Il volume racconta cinque storie di cristiani che misero a rischio la loro vita per strappare degli innocenti dalla furia nazista. I protagonisti di queste storie avventurose vennero riconosciuti come “giusti delle nazioni” e invitati a piantare un albero nella Yad Vashem, la via dei giusti che si trova a Gerusalemme. Le cinque storie emblematiche provengono da Italia, Belgio, Olanda, Francia e Polonia e due dei protagonisti sono oggi ancora in vita. Un documento storico di grande valore, corredato da brani autobiografici dei protagonisti.

Peter Hellman, giornalista, da anni collabora assiduamente a riviste e quotidiani come New York, New York Times e Atlantic Monthly. Oltre a L’albero dei giusti, sullo stesso tema ha pubblicato The Auschwitz Album: a book based upon an album discovered by a concentration camp survivor, e Heroes: tales from the Israeli wars.

EDITH STEIN
Martire per amoreEdith Stein
Berta Weibel

Ebrea, filosofa, carmelitana, martire: questa, in sintesi, la straordinaria vicenda umana di Edith Stein. In questo suo libro, B. Weibel, racconta di questa grande donna del XX secolo, che ha molto da dire anche oggi. Ai giovani, ai quali ha dedicato gran parte della sua esistenza; alle donne, di cui ha saputo esaltare il genio in anticipo sui tempi; a tutti, specialmente là dove parla della sapienza della croce, dalla quale Edith è stata segnata profondamente fino a maturare una libertà così grande da renderla capace di donare la vita.

SOPRAVVISSUTA AD AUSCHWITZ
Liliana Segre, una delle ultime testimoni della Shoah
Emanuela Zuccalàg5xHOoQb2Z0J_s4

Quando fu liberata, con l’arrivo degli Alleati, Liliana Segre aveva 14 anni e pesava 32 kg. Come abbia potuto sopravvivere nell’inferno di Auschwitz in quelle condizioni, non sa spiegarselo ancora oggi. Non è mai più ritornata ad Auschwitz. Dopo tanti anni di voluto silenzio, la donna ha deciso di testimoniare per una serie di ragioni private e universali insieme: il debito verso i suoi cari scomparsi ad Auschwitz; la fede nel valore della memoria, e nella necessità di tenerla viva per tutti coloro che verranno dopo. Per tutti è importante conoscere ciò che successe allora e ricordare perché simili aberrazioni della storia non si ripetano più.

IL FARMACISTA DEL GHETTO DI CRACOVIA
Tadeusz Pankiewicz9788851141363_af216a718d6832c464edaaa079f45ab3

Quando in un quartiere periferico di Cracovia viene creato d’autorità il ghetto ebraico, il 3 marzo 1941, Tadeusz Pankiewicz ne diventa suo malgrado un abitante. Pur senza essere ebreo, infatti, gestisce l’unica farmacia del quartiere: contro ogni previsione e contro ogni logica di sopravvivenza, decide di rimanere e di tenere aperta la sua bottega, resistendo ai diversi tentativi di sgombero, agli ordini perentori di chiusura e trasferimento. Rimarrà anche quando il ghetto verrà diviso in due e in gran parte sfollato, quando diventerà sempre più difficile giustificare la necessità della sua presenza.
Grazie a questa sua condizione anomala, coinvolto ed estraneo allo stesso tempo, Pankiewicz diventa una figura cardine del ghetto: si fa testimone delle brutalità del nazismo, fedele cronista dei fatti e silenzioso soccorritore, cercando in tutti i modi di salvare la vita e, quando impossibile, almeno la memoria delle migliaia di ebrei del ghetto di Cracovia.
Mescolando il rigore della ricostruzione e la delicatezza del ricordo, Tadeusz Pankiewicz ci restituisce la sua versione di questa grande tragedia, raccogliendo le storie di chi ha subito impotente la “soluzione finale” e le storie di chi ha invece provato a reagire: i disperati tentativi di resistenza armata, la ricerca del cianuro di potassio come extrema ratio in caso di cattura, le fughe attraverso le fogne cittadine…
Il farmacista del ghetto di Cracovia racconta tutta l’assurdità di un momento storico in cui il capriccio del caso decise il destino di molti, ma anche l’incredibile resilienza degli esseri umani di fronte all’orrore. Come dice un cliente a Pankiewicz: «Dottore, mi dica: come mai ci sono così pochi pazzi in giro dopo tutto quello che la gente ha dovuto sopportare? Possono le cellule grigie del nostro cervello reggere così tanto dolore?».

Tadeusz Pankiewicz (Sambor, 21 novembre 1908 – Cracovia, 5 novembre 1993), polacco cattolico, ha vissuto nel ghetto di Cracovia durante l’occupazione tedesca. Titolare della farmacia All’Aquila dal 1933, dopo la creazione del ghetto nel 1941 ha scelto di tenere ugualmente aperta la sua attività, aiutando migliaia di ebrei. Per il suo valore, nel 1983 ha ricevuto dall’Istituto Yad Vashem (l’Ente Nazionale per la Memoria della Shoah) il riconoscimento di “Giusto tra le nazioni”. A partire da quello stesso anno la farmacia è diventata parte del museo della Farmacia di Cracovia.

AD AUSCHWITZ HO IMPARATO IL PERDONO
Una storia di liberazione
Eva Mozes277978882006HIG_1

Auschwitz, maggio 1944: sulla lunga banchina affiancata alle porte dei forni crematori, affollata di migliaia di ebrei appena arrivati dall’Ungheria, un militare osserva due bambine vestite di un identico abitino rosso, strette alle mani della madre. «Sono gemelle?» chiede. Avuta la risposta affermativa, le trascina via. Eva si salva così dalla camera a gas, destinata, con Miriam, a diventare una cavia umana nel laboratorio dove Josef Mengele compie i suoi esperimenti genetici. Ha dieci anni e molta paura. Per sei mesi, insieme ad altre coppie di gemelli, subisce test, trasfusioni, iniezioni di virus e medicinali. Vede i suoi compagni morire a seguito di operazioni e amputazioni. Ma è determinata a tornare a casa e riesce, insieme alla sorella, a sopravvivere fino all’arrivo degli Alleati. A sedici anni è in Israele, a ventisei negli Stati Uniti: gli incubi notturni sono scomparsi, ma non l’odio per gli aguzzini, la costante sensazione di essere indifesa e impotente, la sofferenza causata dai ricordi, che vengono sepolti in un angolo della memoria. Finché l’incontro con un ex nazista fa riemergere il dolore, ma mostra a Eva una nuova strada, il perdono, che libera dal peso del passato non i carnefici, come si crede, ma le vittime, rendendo loro il potere sulla propria vita. L’odio la incatenava agli abusi subiti, il perdono le permette di andare avanti, senza dimenticare quel che è stato. Di guardare quella bambina fotografata dietro il filo spinato del campo di sterminio senza essere sopraffatta dall’angoscia. Di ottenere che due criminali ammettano pubblicamente le proprie colpe. Da una struggente storia di persecuzione e di coraggio, un’intensa lezione spirituale che ha avuto risonanza in tutto il mondo.

LA RAGAZZA DI SIGHET2558300
Da Auschwitz alla California: una storia di speranza
P’nenah Glodstein

È la storia di Hindi, una ragazza ebrea appartenente alla comunità di Sighet, una cittadina della Transilvania rumena, annessa all’Ungheria durante la seconda guerra mondiale (oggi Sighetu Marmatiei in Romania). Lei e la sorella Relu passano drammaticamente nel maggio 1944 dai momenti spensierati della loro adolescenza alla deportazione nel campo di concentramento di Auschwitz, insieme ad altre diecimila persone, tutte appartenenti alla comunità di Sighet. Le ragazze sopravviveranno alla deportazione e alle atrocità dell’Olocausto grazie alla reciproca unione e alla solidarietà con le loro amiche. Nella prima parte del libro Hindi elenca con accuratezza i membri della sua famiglia e del suo parentado (la maggioranza dei quali troverà la morte nella deportazione), le tradizioni della comunità ebraica e la sua vita quotidiana. Dopo la liberazione Hindi cerca di tornare a casa, ma la trova confiscata dai comunisti. Il matrimonio con Laci Rothbart la porta a maturare la decisione di fuggire dal blocco sovietico, nella speranza di una vita libera in America: l’arrivo in California le consente finalmente la ricostruzione di una nuova vita, senza dimenticare il suo tragico passato.

IL FUTURO DELLA MEMORIA
Stefania Consenti9788831540735

Il libro raccoglie interviste ad alcuni tra gli ultimi testimoni della Shoah: Liliana Segre, Nedo Fiano e Piero Terracina e si avvale del contributo di alcuni tra i maggiori specialisti italiani in materia. Brunello Mantelli, Frediano Sessi, Milena Santerini, Alessandra Chiappano.
La Prefazione è di David Bidussa, storico e saggista, esperto di ebraismo.

 

I CAMPI DELLA MORTE
Nei racconti di una sopravvissuta a BirkenaufNFnHMkgsVZj_s4-mb
Alberto Cavaliere

Nel dicembre del 1943 Sofia Schafranov, medico di origine russa, in servizio presso un sanatorio in provincia di Sondrio, viene arrestata. Dopo alcuni giorni di prigionia nel carcere di San Vittore – insieme alla madre e ad altri 1200 ebrei, stipati in carri-bagaglio ermeticamente chiusi, dalla stazione centrale di Milano iniziano il triste viaggio di “deportati” verso i campi di Auschwitz. Sofia riuscirà a sopravvivere ai due anni di prigionia nei lager e in queste pagine l’autore (cognato di Sofia) le cede la parola perché sia lei a narrare, quasi con rassegnata indifferenza, l’orrore vissuto: i viaggi massacranti, il freddo, la fame, le selezioni, i maltrattamenti, le percosse, le umiliazioni, il tifo, gli aguzzini, le stragi, il servizio medico presso il Revier o lazzaretto di Birkenau, dove cinquecento “cadaveri viventi” combattevano tra la vita e la morte, senza una reale possibilità di fare qualcosa per loro. Un orribile calvario durato fino al 15 maggio 1945, quando grazie all’arrivo degli americani, si può riassaporare la libertà. La prima pubblicazione (Sorzogno 1945), molto vicina come data ai tragici fatti raccontati, rende il volume un prezioso documento-testimonianza.

BINARIO 21
Un treno per Auschwitz13831
Stefania Consenti

Il libro racconta, come in un reportage giornalistico, il viaggio degli studenti e dei pensionati lombardi che in treno raggiungono i campi di concentramento in Polonia. Questo viaggio è già alla quinta edizione di una iniziativa voluta dalla Provincia di Milano. Il treno della Provincia di Milano è stato gemellato con quello dei sindacati Cgil e Cisl di altre Province italiane: in tutto 1200 fra studenti, lavoratori e pensionati, oltre ai giornalisti al seguito.Venti ore di lentissimo viaggio, sulle tracce dei deportati (605 ebrei che partirono dal Binario 21 della Stazione Centrale di Milano il 30 gennaio 1944). E’ un lungo viaggio attraverso l’Europa che scava in tutti un segno indelebile. Assieme ai ragazzi viaggiano, oltre ai pensionati e ai giornalisti, anche musicisti, studiosi e insegnanti. Il viaggio è voluto per costruire la Memoria delle atrocità del nazifascismo e contribuire a porre le premesse, coinvolgendo in questo compito i giovani in prima persona, perche ciò che è accaduto non accada mai più. L’assenza della Memoria è perdita dell’identità, con il rischio che prevalga quella che Primo Levi ha definito “zona grigia”, cioè quella parte del nostro animo che cerca di sfuggire alle responsabilità.

A5405
Il coraggio di viverepyD9jGNt7jWH_s4-mb
Nedo Fiano

«Tu sei Nedo Fiano, sei ebreo. Vieni con me senza parlare e senza tentare la fuga». È il 6 febbraio 1944 quando un ragazzino di 18 anni, terrorizzato dalla canna di una pistola premuta sul fianco, sente pronunciare queste parole da un poliziotto in borghese. Quel giorno per Fiano ha inizio una discesa agli inferi che lo porterà prima nel carcere fiorentino delle Murate, poi nel Campo di Fossoli e infine ad Auschwitz. In poco più di un anno, Nedo assiste allo sterminio della propria famiglia: il fratello Enzo con la moglie Lilia e il figlio Sergio, Nella, l’amata madre, e infine Olderigo, suo padre, consumato dalle privazioni e dal lavoro forzato nel Lager. Nedo, però, sopravvive. Non solo perché conosce il tedesco, ma perché, nonostante le atrocità e le sofferenze, è capace di aggrapparsi alla vita con tutte le sue forze e mantenere accesa la luce della speranza. In tempo bui come quelli attuali, in cui il ricordo dell’orrore del fascismo e del nazismo sembra affievolirsi, A5405 è una testimonianza preziosa, un contributo indispensabile affinché «il filo della memoria resti saldo nella storia del mondo per gli uomini che verranno».

NOI NEI LAGER
Testimonianze di militari italiani internati nei campi nazisti (1943-1945)pdHYqqNiZou0
Luca Frigerio

Per Hitler non erano neppure dei prigionieri, ma solo degli internati (caso unico nella storia militare di tutti i tempi), da privare di qualsiasi diritto e da trattare come schiavi per il Reich. All’indomani dell’8 settembre 1943, migliaia e migliaia di militari italiani – oltre seicentomila secondo gli storici – furono catturati dalle forze armate tedesche, spesso dopo sanguinosi combattimenti, e deportati nei campi di concentramento in Germania e in Polonia. Una detenzione inumana, costata sofferenze indicibili e la perdita di molte vite, eppure vissuta consapevolmente come rifiuto a proseguire la guerra in nome del nazifascismo. E fu anche in quei lager che furono poste le basi dell’Italia repubblicana e democratica. Le voci e le testimonianze di chi visse in prima persona quella tragedia: soldati e ufficiali, alpini e marinai, protagonisti di autentici atti di eroismo o di quotidiani espedienti per sopravvivere. Per non dimenticare una delle pagine più misconosciute della nostra storia.

PIO XII
L’uomo che si oppose a HitlerPio XII
Michael Hesemann

Il processo della causa di beatificazione di Pio XII ha riacceso in modo acuto il dibattito sul ruolo che papa Eugenio Pacelli giocò nella Seconda guerra mondiale. Avrebbe potuto fermare gli orrori del nazismo, se avesse apertamente condannato la guerra e la Shoah?Dopo aver raccolto tutti i dati più recenti della ricerca, dopo aver esaminato diversi documenti negli Archivi vaticani, dopo essersi confrontato a lungo con il postulatore e massimo esperto di Pio XII, padre Peter Gumpel, il giornalista e storico Michael Hesemann sradica tutte le accuse contro i «silenzi» del Papa. Dati alla mano, Hesemann dimostra che Eugenio Pacelli fin da quando era nunzio a Berlino nel 1924 aveva condannato la «volgare e brutale campagna» dei nazisti contro ebrei e cattolici. Più avanti, come cardinale segretario di Stato, si trovò costretto nel 1933 a firmare il Concordato con il Terzo Reich per tutelare la Chiesa in Germania. Ma fu lui a redigere la bozza finale dell’enciclica Mit brennender Sorge (Con grande preoccupazione) con cui Pio XI nel 1937 condannava l’ideologia hitleriana: parole che portarono a immediate ritorsioni contro i cattolici. Una volta eletto Papa, Pio XII poté continuare ad agire solo nel segreto. Sensazionale la descrizione fatta da M. Hesemann del coinvolgimento di Pacelli nella congiura interna contro il regime. Così come è commovente ripercorrere il suo impegno personale per salvare un maggior numero possibile di ebrei e perseguitati, levando alta e chiara la voce ogni volta che fosse possibile. Pio XII sfidò il dittatore in camicia bruna con tutte le proprie forze. Fu, certamente, il più insidioso avversario del terrore nazista.

IL RAGAZZO CHE GIOCAVA CON LE STELLE
Graziano Versace9788821578212_0_200_290_75

Gerd è un ragazzino come nessun altro. Vive nel campo di concentramento, in un sicuro alloggio per il personale, e molti lo considerano un mostro. Le sue deformazioni lo allontanano dall’ideale della purezza ariana e lui deve la sua vita alla posizione del padre, un medico delle SS abbastanza influente da evitargli l’eliminazione. Nel suo alloggio Gerd conduce un’esistenza tranquilla anche se solo di poco scostata dall’orrore, immersa tra letture, dipinti e canzoni. La sua natura è buona e docile, ma la fine della guerra è alle porte, i russi si avvicinano e il campo diventa una furiosa bolgia di vendetta con cui dovrà confrontarsi. Da solo. Che razza di inganno sei, Gerd Sievers? Come hanno potuto tuo padre e tua madre partorire un simile imbroglio?

ETTY HILLESUM
Testimone di Dio nell’abisso del maleEtty
Ives Bériault

Questo libro è una presentazione accurata e sintetica al tempo stesso della vita e del pensiero di Etty Hillesum, la nota figura emblematica della Shoah, che ha rivelato al mondo, con la sua straordinaria grandezza d’animo, che anche in mezzo all’orrore dei campi di concentramento nazisti, si può credere nell’uomo e si può credere in Dio; malgrado il male nel quale è immersa giunge a vivere unita a Dio in una gioia profonda.L’autore ripercorre brevemente la vita di Etty attraverso la scarsa documentazione reperibile, ma soprattutto i suoi diari, quindi ne scandaglia il pensiero analizzando il rapporto che Etty ha avuto con l’ebraismo, con il cristianesimo, con la Bibbia, ma soprattutto con Dio.

EDITH STEIN
Un’ebrea testimone per la verità9788821590047-uk
Maria Cecilia del Volto Santo

Edith Stein nacque a Breslavia da famiglia ebrea. Di straordinarie doti intellettuali, intraprese la carriera universitaria divenendo assistente del filosofo Edmund Husserl. Dopo aver letto l’autobiografia di Teresa d’Avila, abbandonò l’ateismo e si convertì. A causa delle leggi razziali fu costretta ad abbandonare l’insegnamento ed entrò nel Carmelo di Colonia prendendo il nome di Teresa Benedetta della Croce. Trasferitasi nei Paesi Bassi, non sfuggì alla rappresaglia nazista e venne deportata ad Auschwitz, dove fu uccisa il 9 agosto 1942 insieme alla sorella Rosa. Conoscere la sua figura vuol dire compiere un’esperienza di provocante attualità. Nella nostra civiltà meccanizzata e tecnologica, Edith, donna dalla parola limpida ed essenziale, ha qualcosa da dire: è un andare alle radici, alla scoperta dell’esistenza umana. Edith Stein è stata beatificata (1987) e canonizzata (1998) da Giovanni Paolo II, che nel 1999 l’ha proclamata compatrona d’Europa.
“Nel momento in cui l’anima incontra Dio comincia già a spuntare nella sua notte la luce dell’alba, preludio al nuovo giorno dell’eternità.” (Edith Stein)

L’ORA BLU DELLE FIABE
Nel ghetto di TheresienstadtSogni
Ilse Weber Herlinger

Il libro raccoglie 20 fiabe ebraiche, pubblicate nel 1929 in Cecoslovacchia, quando l’autrice, Ilse Herlinger era una giovane promessa della letteratura dell’infanzia degli anni Venti.Quando, l’8 febbraio 1942 viene deportata a Theresienstadt, Ilse, nella certezza di poter essere di aiuto nel ghetto, si presenta subito come infermiera e assume la direzione del reparto riservato ai bambini malati, assistendoli come fossero suoi figli. Pensava sempre a come poter offrire ai suoi assistiti un motivo di gioia, come nell’ora blu delle fiabe, un momento tanto atteso dai bambini, prima di prendere sonno, quando Ilse cercava di ricreare in un ambiente di quotidiano orrore, il calore e l’ordine di una casa per sempre perduta. In un universo, in cui i piccoli ebrei di Theresienstadt sono costretti a una convivenza forzata con la morte, la voce di zia Ilse – come la chiamavano – ferma il tempo e li accompagna in luoghi d’incanto.

AUSCHWITZ NON VI AVRÀ
Una famiglia di ebrei italiani in fuga dalla persecuzione nazifascistaauschwitz-non-vi-avra-hassan-altamore-1
Guido Hassan – Giuseppe Altamore

Settembre 1943. Dopo l’annuncio dell’armistizio, si scatena la furia nazifascista con la caccia all’ebreo. Sulla sponda piemontese del lago Maggiore, i nazisti della 1ª Divisione Panzer SS “Leibstandarte SS Adolf Hitler” catturano, depredano e uccidono uomini, donne e bambini. Alla fine le vittime ebree finite nel lago saranno almeno 57. Guido Hassan e la sua famiglia sfuggono miracolosamente al rastrellamento. Sfuma la possibilità di fuga nella vicina Svizzera e per salvarsi Guido, la sorella Fiorella e i genitori si nascondono come topi per mesi in una cantina di Crema grazie al buon cuore di un orefice del luogo, Ernesto May. In seguito, in una gelida notte d’inverno, riusciranno a oltrepassare il confine con la Svizzera. La storia di questa famiglia ebraica, che inizia nella Libia occupata dal regime fascista, è densa di colpi di scena, a partire da un matrimonio che l’allora governatore di Tripoli Italo Balbo cercò di contrastare con tutti i mezzi… Prefazione di Liliana Segre.

IL SILENZIO DEI VIVI
All’ombra di Auschwitz, un racconto di morte e resurrezione9788831766029-it
Elisa Springer

Elisa Springer aveva ventisei anni quando venne arrestata a Milano, dove era stata mandata dalla famiglia per cercare rifugio contro la persecuzione nazista, quindi fu deportata a Auschwitz il 2 agosto 1944. Salvata dalla camera a gas dal gesto generoso di un Kapò, Elisa sperimenta l’orrore del più grande campo di sterminio. Eppure conserva il desiderio di vivere e una serie di fortunate coincidenze le consentiranno di tornare prima nella sua Vienna natale e poi in Italia. Da questo momento la sua storia cade nel silenzio assoluto, la sua vita si normalizza nasce un figlio e proprio la maternità è il segno della riscossa. È per lui che Elisa ritrova le parole che sembravano perdute per raccontare il suo dramma.

DOVE SI ARRENDE LA NOTTE
Un ebreo e un cristiano in dialogo dopo Auschwitz9788849828719
Johann Baptist Metz – Elie Wiesel

Un confronto serrato che mette in discussione la fede ebraica e quella cristiana di fronte all’immane tragedia dell’Olocausto. Perché Dio è rimasto in silenzio di fronte al dolore del popolo eletto? E se a morire ad Auschwitz non fosse stato solo il popolo ebraico ma anche l’essenza stessa del Cristianesimo? Il teologo cattolico J.B. Metz e lo scrittore Premio Nobel E. Wiesel si raccontano ai teologi E. Schustere e R. Boschert-Kimmig, confrontandosi da due prospettive radicalmente differenti sul tema della Shoah. Il libro è arricchito da un saggio di Mariangela Caporale, nel quale viene trattata la questione della memoria a partire dalla distanza tra il pensiero filosofico classico e la tradizione biblica.

Un pensiero su “Letture consigliate

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