La forza che vince il male

Ignacia, missionaria dell’Immacolata padre Kolbe, esercita la professione di fotografa, abita a Montero, in Bolivia, dove vive con la sua famiglia.
Da anni è impegnata presso il Centro sociale “Arco Iris de la Alegria”, accoglie e ascolta le persone che arrivano per chiedere un aiuto economico e psicologico, di assistenza medica ed educativo. A settembre è stata ad Auschwitz e ha voluto condividere con noi la sua esperienza.

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Sono contenta di essere stata in Polonia, terra e cultura così diversa da quella in cui vivo… Entrando nel campo di Auschwitz ho cercato, e non mi è stato difficile, sentirmi vicina alle tante persone che hanno percorso queste strade, calpestato questa terra, abitato questi edifici, hanno sofferto e vissuto lì gli ultimi momenti della loro vita. Rivivo le riflessioni di quel momento. Continuo a camminare a passo lento, meditativo, profondo, tra questi edifici “speciali”, una domanda mi martella dentro: “Come hai vissuto padre Massimiliano… come avete vissuto voi fratelli sbarcati in questo villaggio “tremendamente speciale”?

Case con mattoni rossi, con tante finestre, parlerebbero di luce, di apertura… Tanto verde, parlerebbe di speranza… ma tutto è recintato con il filo spinato, dappertutto ferro appuntito: da qui è impossibile ogni piano di fuga ma anche di un rapporto più fraterno o semplicemente umano. La piazza, per antonomasia luogo di incontro, di scambio, ad Auschwitz si è trasformata in luogo dell’appello. Vedo una targa, è il posto dove padre Massimiliano ha fatto un passo in avanti, “prendo io il suo posto”, e con queste poche e semplici parole ha donato la sua vita. Come in un film rivivo questo momento e l’amore grande che ha vinto quell’odio mi riempie di vita. Il muro della morte.

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Di fronte a questa parete grigia, abbellita dalle celebrazioni quotidiane della memoria e dal ricordo fraterno espresso con fiori, ceri, preghiere… e tante piccole pietruzze (segni della preghiera degli ebrei), ho pensato a dove può portare l’odio, a volte è anche dentro di noi e ci porta a fare il male anche a chi non ha nessuna colpa. In questa cella buia, illuminata solo da una piccola finestra, il padre Kolbe ha avuto la costante e confortante luce della presenza di Maria, amata molto durante tutta la sua vita. Ecco la Forza che vince ogni male…

Non sono sola, uomini, donne, e tanti giovani camminano con me in queste stradine di ghiaia con tante domande nel cuore, per conoscere questo pezzetto di storia, per ricercarne un senso e, forse, per cercare Dio…

ora di religione

Nell’ora di religione e, le classi di terza di una scuola secondaria, commentano una frase di san Massimiliano Kolbe.

 «L’odio non è forza creativa. Solo l’amore è forza creativa… Questi dolori non ci piegheranno, ma devono aiutarci ad essere forti. Sono necessari perché coloro che rimarranno dopo di noi siano felici».

Caro Prof, ho appena finito di scrivere la vita di Massimiliano Kolbe e ogni volta che la rileggo mi emoziono al solo pensiero che un uomo abbia potuto dare la propria vita per una persona che non conosceva nemmeno.

Riguardo alla frase della settimana ho avuto un po’ da pensare, ma sono arrivato alla semplice conclusione che padre Kolbe dovesse essere un uomo molto generoso.

Ho subito pensato che sia stato un uomo molto credente, che non aveva paura della morte fiducioso nell’amore divino. Penso volesse dire che le nostre differenze non possono separarci, anzi tutto il contrario. Sicuramente adesso nessuno darebbe la propria vita per salvare un estraneo perchè la maggior parte delle persone non prova neanche a pensare cosa voglia dire morire per un altro. Eppure lui l’ha fatto: un gesto altruista che nasconde una grande spiritualità e una grande fede… e forse è questo che manca all’uomo moderno: la fede!

Penso che fosse animato da una grandissima fiducia verso gli altri e portasse nel cuore il desiderio di rendere felice il prossimo.

Dovremmo tutti prendere lui come esempio, non tanto per il sacrificio della vita ma piuttosto per l’amore che ha dimostrato verso il prossimo… in fondo ha vissuto a pieno l’insegnamento di Gesù: ama il prossimo tuo come te stesso!

Allora penso che se iniziamo ad amare il nostro prossimo, saremo già sulla giusta strada per poter credere in un mondo migliore e in un futuro felice perchè, come insegna la storia di padre Kolbe, l’amore è forza che crea e porta freschezza, l’odio è forza che distrugge e rende l’aria irrespirabile!!

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