Un viaggio che cambia la vita

L’odio non è forza creativa; solo l’amore crea! La testimonianza di Roberto Parmeggiani

13412888_10208462758463204_7974566065755782411_nUno dei viaggi più importanti della mia vita risale al 2003 quando ho partecipato a un pellegrinaggio in Polonia, nei campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau.Ricordo come fosse ora l’entrata nel campo, il cancello, il muro delle fucilazioni, i mattoni delle case e l’ingresso nei bunker in cui i prigionieri venivano lasciati a morire.Il senso di oppressione e di smarrimento, l’incapacità di comprendere il perché e il come.Il dono più grande, poi, è stato quello di poter entrare e restare qualche momento in silenzio dentro la stanza nella quale morì padre Massimiliano Kolbe, un sacerdote cattolico che offrì la sua vita al posto di un altro prigioniero e che venne lasciato morire di stenti proprio in quella stanza.Una sorte toccata a molti altri, in altre centinaia di celle.Milioni di persone vittime dell’odio.Un’esperienza che, seppur dolorosa, dovremmo fare tutti. 

Entrare in quella stanza, 

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E fare dell’amore la nostra lotta.

Quella stanza, la stessa in cui il Papa si è fermato a pregare, viene chiamata Cella dell’Amore perché è stata testimone, in un contesto di odio, dolore e violenza di un grande atto di amore: libero, indipendente, generoso, creativo. Amare è possibile, sempre. Amare, forse, è l’unica nostra possibilità.

 

 

 

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