Auschwitz nell’arte

Antonello Morsillo è un pittore pugliese, definito “suridealista” perché le sue opere esprimono fervori sociali rappresentati all’interno di scenari onirici. Gli squarci, che caratterizzano le sue opere, ispirati alle “macchie” di Rorschach, “perforano” in profondità l’immagine suggellando la sua identità artistica. La sua urgenza è rivendicare importanti tematiche sociali perché ritiene che l’arte possa e debba far conoscere alcune significative realtà.

I Risvolti del pregiudizio. Attraverso la lacrima del popolo ebraico, si dipanano tutte le altre figure incasellate in triangoli marroni (zingari), neri (soggetti anti sociali e lesbiche), rossi (dissidenti politici), viola (testimoni di Geova), blu (immigrati), rosa (omosessuali), verdi (criminali comuni), rappresentati sotto forma di un trucco sbavato, un artificio come la loro classificazione. Le altre tele tratteggiano, evocano illustri personaggi del mondo dell’arte, della filosofia, della letteratura colti nel loro dramma esistenziale e artistico.

Senza dimenticare Edith SteinMassimiliano KolbeFelix NussbaumAnne FrankMario Finzi e Felice Schragenheim. Ognuno di loro è un volto, una testimonianza di quanto l’uomo possa arrivare nel più profondo dell’abisso fino a creare la catastrofe più grande che il ‘900 possa e debba ricordare. L’intento è di consentire, attraverso l’arte, di conoscere e ricordare le persone uccise per una assurda “soluzione finale”.  

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