da un libro di poesie di Teresa Lazzaro
“Il nazismo ha inverato ciò che Dostoevskij fa dire a Ivan Fedoric ne I Fratelli Karamazov che se Dio non esiste, tutto è permesso. Senza Dio tutto è possibile, anche lo stravolgimento dei valori elementarmente umani”, allarga le braccia Teresa. Venti poesie al posto di venti lapidi. Per farli emergere dal gorgo dell’oblio. Per farli uscire dalle sbarre della memoria ingabbiata. Versi dedicati a coloro che verranno.
Ogni farfalla ha un nome.
le ho dato il nome che Iddio ha scelto
le ho dato il nome il cui eco risuona in Cielo.
Ogni farfalla ha un nome.
Il nome è inciso nella Paura.
Il nome fu stretto crudelmente in un cappio.
Ho trovato venti farfalle nel mio roseto…
Nei nomi ho raccolto il vuoto che hanno lasciato.
Li dono al mondo intingendo un pennino centenario
nell’inchiostro colorato perché gli anni spezzati
con le valigie arrivate ad Auschwitz
possano realizzare sogni di Pace.
Le mie farfalle hanno un nome pregno d’amore.