Il Pane

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Quanti ricordi! I primi passi in Polonia, nel 1995, il nostro andare spesso al Museo di Auschwitz e alla cella di Massimiliano Kolbe per pregare. Ci piaceva anche osservare i vari gruppi di turisti che scendevano dai pullman nel parcheggio antistante il Campo. Un giorno, notammo un gruppo di giovani italiani: gli animatori distribuivano ai ragazzi varie scatolette di carne, bibite e cose di vario genere. Pensammo al loro lungo viaggio, al fatto che non conoscevano la lingua polacca e… che non sapevano dove e come comprare il pane! Decidemmo così di comprare noi alcune pagnotte per tutto il gruppo, un regalo. Difficile descrivere la gioia dei ragazzi.
Succedeva anche spesso che dei poveri bussassero alla nostra porta. Ci aspettavamo di sentirci chiedere una piccola offerta, chiedevano invece sempre del pane, nient’altro: erano bambini, uomini, donne. Ci piangeva il cuore mentre davamo loro tutto il pane che avevamo in casa.

Sappiamo che più volte padre Kolbe diede la sua razione di pane a qualche prigioniero affamato e riuscì alcune volte a celebrare la Messa di nascosto. Prendeva il suo pane (che doveva servire per l’intera giornata di lavoro) e lo riduceva in tanti pezzettini, affinché molti potessero fare la comunione. Non volle mai ricevere nulla in cambio, racconta un testimone, Aleksander Dziuba. Nella cella del martirio, nudo, con la sola forza della preghiera e dell’amore, divenne lui stesso pane e viatico per i nove compagni, per tutti gli altri prigionieri, per le stesse SS, ripetendo in silenzio: «Prendete e mangiatene tutti, questo è il mio corpo, offerto in sacrificio per voi!».

In Polonia, alla cena della vigilia di Natale, è tradizione scambiarsi gli auguri spezzando e condividendo l’opłatek. E’ un’ostia speciale, rettangolare, che porta impressa l’immagine del presepe. E’ il momento più importante di tutta la cena.

Il pane è simbolo di incontro, di dialogo, di amicizia, di amore, racchiude più di mille parole. Betlemme significa Casa del Pane. E a Natale Dio ci dona proprio il Pane, la sua Parola: Gesù, il “regalo” più grande.

Le Missionarie di Harmęże, Polonia

La cella dell’amore è sempre aperta

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