Che buon odore! Che odore ha? Quante volte abbiamo usato questa parola ma difficilmente ci siamo soffermati a pensare all’importanza di uno dei nostri cinque sensi, l’olfatto. Di per sé sembrerebbe un tema scontato: pensiamo a tutte quelle volte in cui dalla cucina arriva un allarmante odorino di bruciato, oppure ai cani che, per fare conoscenza, annusano le persone da ogni lato; ma anche al profumo del fieno o dei fiori che annunciano la primavera. Odori: esperienze semplici, quotidiane, che muovono ricordi, sensazioni, che si imprimono nella memoria senza parole. Anche le persone hanno un loro “odore” particolare e non dipende dal sapone usato: proviene dai loro sguardi, dai loro sorrisi, dalla serenità ed empatia che emanano e che senti “a fior di pelle”. Viceversa, altre possono trasmettere un odore di chiuso, di falsità. Sì, l’odore rivela l’identità e l’origine vera di ogni cosa.
Mensilmente visitiamo il campo di Auschwitz, e questa volta proviamo a pensare ai prigionieri immersi nel fetore insopportabile di quelle baracche, stretti nel freddo della disperazione e dell’odio che rendeva spesso disumani aguzzini e vittime. Immaginiamo di rivedere qui padre Kolbe mentre spandeva il profumo della carità e della speranza, donando il suo pezzo di pane o stringendo al petto chi stava piangendo. Quante situazioni anche oggi nel mondo dove l’aria è inquinata, quante guerre visibili e nascoste. In questo mese dedicato al s. Cuore di Gesù respiriamo a pieni polmoni il Suo profumo d’amore e ricordiamo nella preghiera le tante persone che soffrono.
E noi, che odore emaniamo in famiglia, nei nostri ambienti? Quale aroma ci piacerebbe inalare e spandere per rendere più bella, più serena la vita di chi ci sta accanto?
Le Missionarie di Harmęże, Polonia