Sulla scia dei ricordi Angela la missionaria risponde a questa mia domanda: Lei, donna consacrata, cosa ha provato camminando per quelle strade… su quelle pietre… tra quegli edifici…?
Ho vissuto in Polonia solo tre anni. Non sono tanti, ma sono sufficienti per avere la possibilità di vivere un’esperienza intensa e profonda. Tutto è relativo nella vita. Sin da bambina ho sentito parlare dei campi di concentramento perché mio padre ne ha fatto esperienza come prigioniero politico. Col tempo ho coltivato un vero e proprio impegno per conoscere sempre di più i luoghi della morte.Quando la provvidenza mi ha condotto sulle strade di Auschwitz e di Birkenau, mi sono lasciata condurre come pellegrina per approfondire il tema della Shoah, per far silenzio davanti al dolore di milioni di vittime innocenti. Accoglierne il significato più profondo e, per questo, più nascosto. Ricordare e passare la fiaccola del ricordo alle nuove generazioni. Ho percorso quelle strade, passando ed entrando spesso davanti ai campi per la preghiera personale, per accompagnare pellegrini. Non mi sono mai “abituata” alla realtà dei campi. Sempre mi sono fermata per contemplare una distesa immensa di baracche semidistrutte, i forni crematori e davanti ai miei occhi non vedevo solo baracche e distruzione. Vedevo volti. Volti di persone che, come pecore erano state condotte al macello. Solo per follia pura. Smembramento di famiglie – uomini separati dalle donne – adulti dai bambini. Donne con i figli piccoli avviate subito alle camere a gas perché i nazisti si rendevano conto che una madre non può reggere al dolore del figlio e, quindi, anche se adatta al lavoro, non avrebbe potuto compierlo perché distrutta dentro.Lacerata dal dolore. Camminando tra le macerie della vita mi sono sentita abitata dai prigionieri. Dalla realtà del campo. Il tempo si annulla e le distanze si accorciano. Ho ascoltato il grido di lamento, di richiesta di aiuto. Il loro patire, il loro soffrire. Il loro morire inermi. Nessuna risposta ai nostri logici “perché?” “la storia, ci ricorda il compianto card. Martini, è segnata dal male ed è fuori luogo domandarsi di fronte ad ogni iniquità: perché il regno di Dio non ha trionfato?”. Si può solo fare silenzio e pregare.