Intervista a Padre Egidio Monzani, assistente spirituale della Milizia dell’Immacolata, tratta dal sito Vatican Insider
“Il senso della sua testimonianza – ha osservato padre Monzani – è quello di proclamare l’autorità del Vangelo, anche in momenti terribili come quelli della Seconda Guerra Mondiale, in un ambiente terrificante come il campo di Auschwitz. Lì padre Massimiliano Kolbe è stato proprio la presenza di Dio. Tanti si sono domandati di fonte alle vicende di Auschwitz e di altri campi di concentramento: “Dov’è Dio, dov’è Dio?”. Dio si trova lì, dove c’è Massimiliano Kolbe, con il suo atto d’amore! Giovanni Paolo II, quando era arcivescovo di Cracovia, nella circostanza della Beatificazione disse: “Morì un uomo, ma si salvò l’umanità”. La professione di fede più grande secondo me di San Massimiliano è quando scrive la sua ultima lettera alla mamma. Lui arriva nel campo di concentramento alla fine di maggio e muore il 14 di agosto. Scrive l’ultima lettera alla mamma dicendo: “Dio c’è dappertutto e ama tutti e tutto con infinito amore!”. Se la morte e il martirio di S.Massimiliano Kolbe sono universalmente noti, lo sono meno la sua grande versatilità e i suoi grandi carismi. Fu promotore di iniziative caritatevoli ed anche editoriali…”Questo – ha riposto padre Egidio – credo che sia il destino di padre Kolbe… allora bisogna tirarlo fuori da quel “bunker”… tutti lo hanno relegato lì, in quell’atto finale della sua vita e dimenticano, oppure non sanno, quella che è stata la grande novità della sua vita, per esempio da un punto di vista apostolico, puntando sulla stampa. Siamo agli inizi del ‘900: stravolge la vita del convento, che è una vita abituata ai Salmi, alle preghiere… lui nel convento porta la tipografia!”…