L’inverno non è certamente la stagione preferita per chi non ama il freddo. Il clima è rigido, le giornate sono ancora corte e buie e nelle case le luci alla sera si accendono presto. Però è anche vero che con il freddo si crea una atmosfera più raccolta, familiare, ci si riscalda vicendevolmente il cuore, sarà per questo che molte persone amano queste temperature. Vivendo qui, anche noi stiamo imparando dalla gente ad accogliere il bello di ogni stagione. Certo, non si potrebbe apprezzare la mitezza della primavera né il calore dell’estate se non si fosse sperimentato prima un po’ del rigido clima dei mesi invernali.
Così succede nelle diverse stagioni della vita. Chi di noi può dire di non aver vissuto dei momenti bui, di dolore, da sentirsi come raggelare il cuore? Ma con pazienza siamo poi riusciti ad affrontarli, a superarli, e oggi probabilmente siamo capaci di apprezzare di più il tempo sereno e i tanti raggi di sole. E soprattutto possiamo essere capaci di empatia nei confronti degli altri, possiamo offrire il calore di una amicizia, una parola di speranza, un abbraccio.
Ripensiamo al padre Kolbe nel campo di concentramento, la sua fortezza nella prova, il suo calore umano, la sua offerta per amore, rileggiamo la testimonianza di alcuni prigionieri:
– «A lui devo il fatto di essere ancora vivo, di aver tenuto duro e di aver vissuto per essere liberato; le cose che mi disse ebbero un tale effetto su di me che non ho più pensato di suicidarmi. Non solo era coraggioso, ma trasmetteva lo stesso coraggio anche a me e a tutti gli altri».
– «Ho visto una volta come, davanti al blocco, diede il proprio pranzo ad uno dei prigionieri più giovani dicendo: “Prendi, mangia, sei più giovane, tu devi vivere”».
San Massimiliano ci lascia una bella eredità, una sfida per noi oggi: affrontare sempre le diverse stagioni della vita con fiducia, sciogliere il freddo nei nostri cuori con il fuoco dell’amore accolto e donato con generosità.
Le Missionarie di Harmęże, Polonia