“L’uomo sarà sempre immerso nella disperazione, non solo nel campo di Auschwitz, ma in ogni circostanza, se non trova il significato profondo della sua vita.
Contro il vuoto esistenziale che conduce alla devianza ci sono tre strade percorribili da tutti, progetti per dare significato al domani: lavorare a qualcosa, amare qualcuno, condividere la sofferenza altrui”.
Viktor Frankl, “padre” della logoterapia
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«Ci spronava a perseverare coraggiosamente. “Non vi abbattete moralmente“, ci pregava, assicurandoci che la giustizia di Dio esiste e che avrebbe alla fine sconfitto i nazisti. Ascoltandolo attentamente dimenticavamo per un po’ la fame e il degrado a cui eravamo sottoposti. Ci faceva vedere che le nostre anime non erano morte, che la nostra dignità di cattolici e di polacchi non era distrutta. Sollevati nello spirito, tornavamo nei nostri blocchi ripetendo le sue parole: “Non dobbiamo abbatterci, noi sopravviveremo sicuramente, loro non uccideranno lo spirito che è in noi».
(Miecislao Koscielniak, artista – dal libro: “Massimiliano Kolbe – Il santo di Auschwitz”)