Auschwitz è fuori di noi, ma è intorno a noi, è nell’aria.
La peste si è spenta, ma l’infezione serpeggia: sarebbe sciocco negarlo.
In questo libro se ne descrivono i segni:
il disconoscimento della solidarietà umana, l’indifferenza ottusa o cinica per il dolore altrui, l’abdicazione dell’intelletto o del senso morale davanti al principio d’autorità, e principalmente, alla radice di tutto, una marea di viltà, una viltà abissale, in maschera di virtù guerriera, di amor patrio e di fedeltà a un’idea.
“L’assimetria e la vita” di Primo Levi