Jona Oberski è nato ad Amsterdam nel 1938 e lavora attualmente in un istituto di fisica nucleare. In questa sua prima opera, già pubblicata in numerosi paesi, descrive la sua tragica esperienza di bambino ebreo deportato insieme ai genitori in un campo di concentramento.
Da questo libro è stato tratto il film di Roberto Faenza “Jona che visse nella balena”. Il gioco era solo l’unico modo per tenere lontano i miei peggiori nemici, i pensieri. Mentre consumavo la colazione di un modesto pezzo di pane con il pensiero e con la mano giravo la mia trottola.
La finestra della cella si illuminava solo 3 volte al giorno la mattina presto, a mezzogiorno,e la notte ringrazio sempre la luna che mi teneva compagnia, sembrava guardasse solo me! La trottola emanava fasci di sogni irripetibili e inconquistabili, la trottola girava e con lei tutto il mio mondo! I miei sogni, i miei colori, uscivo sempre verso le 2 e faceva caldo come fuoco, era il sole che comandava poi dopo pochi minuti si ritornava dentro. Quando girava la trottola finalmente iniziava il mio giro, il giro della mia futura liberta’ e sicuramente nuovamente colorata di tutti i colori e i profumi che e’ in essa.
Sono buono io? o sono cattivo? Sono come la mia trottola avvolte giro avvolte no? Ma quanto tempo a girato nella direzione sbagliata? Trottola ti prego dimmi, quanto tempo mi rimane? Parlami trottola ti prego, non lo sai ? Non sai nulla, non parli tu?
Credo che sia rimasto poco tempo per me e per la mia trottola l’importante e’ di non fermarsi mai e di girare sempre, chi si ferma e’ perduto .
tratto da:http://wwwkatiadipietrantonio.blogspot.it/2011/10/jona-oberski.html
La semplicità, la creatività e l’ingenio dei bambini è una grande sfida e un grande dono, grazie Jona!