“Quelli che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo… Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario” (Primo Levi).
Non basta più celebrare la Giornata della Memoria, un giorno all’anno, 24 misere ore: fiori, candele, autorità sulla passerella del passato, e poi?
Non basta più studiare la storia, chiedersi dove, quando, chi, come, e forse il perché… Non basta aver trovato e giudicato, condannato i colpevoli di “quella volta”, già troppo lontana.
Non bastano più le tante pagine scritte sulla Shoah, sulla pelle di tanti testimoni, il suono silenzioso delle loro lacrime, le rughe sul volto come diari indelebili dell’impossibile e del terribile vissuto.
Basta poco per infrangere il “sacro” legato al racconto dell’esperienza di uomini e donne, e ancor più dei piccoli, di coloro ai quali la guerra non aveva ancora ammazzato i sogni, come Anna Frank, i suoi amici.
Basta poco per calpestare di nuovo quell’umanità indifesa e bambina, presa in giro, gioco macabro di immagine e paragone, ma il sorriso non c’è. Rimane un gusto amaro in bocca, un sapore che non vorresti mai sentire.
Noi, pellegrini, torneremo ad Auschwitz, perché non basta più esserci stati una volta, due volte,… perché vogliamo ancora ricordare, raccontare; non basta mai, anche se… “comprendere è impossibile”.
lucia c.